Il caso del Museo Campano di Capua: Lo Sport e la Politica scendano in campo per salvarlo
(di Marcel Vulpis) – Nei giorni scorsi ho ricevuto come gradito presente natalizio la riproduzione in terracotta di una Mater Matuta (statue ex voto che venivano donate, nel periodo romano, da donne che avevano ricevuto il dono della maternità o che desideravano avere un figlio). Questo particolare regalo ha colpito la mia curiosità congenita e nella mattinata di oggi ho chiamato il manager Andrea Di Nino (titolare a Caserta di ADN Swim Project), che me l’aveva inviata prima delle feste.
L’iniziativa di Di Nino, ho scoperto, non è la classica marchetta pro territorio, anzi l’esatto contrario: un grido accorato di aiuto a tutti gli opinion leader, influencer e giornalisti che amano questo nostro Paese e prendono a cuore questa o quella causa in ambito sociale, o, come in questo caso, in ambito culturale. La storia è semplice: il Museo Campano di Capua (strettamente collegato all’ente provinciale di Caserta – sempre più vicino alla chiusura), dove è presente la più importante collezione mondiale di questa tipologia di statue (ribattezzate “Le Madri“) rischia seriamente la chiusura, se non ci sarà un intervento diretto dello Stato o di mecenati. In Germania è presente, per esempio, una di queste statue, diventata talmente famosa da prendere il nome di “Madre di Berlino“.
Un grande segno di attenzione per questa tipologia di reperti archeologici, ma anche il segno indelebile di un declino culturale dell’Italia. Siamo un “museo a cielo aperto”, ma non sappiamo valorizzare ciò che abbiamo in casa. Questa struttura rischia non solo di essere chiusa, ma anche di essere smembrata e di perdere la sua storia e identità. Sarebbe una perdita gravissima per Capua e provincia, ma anche per l’Italia in senso più generale. Le oltre 100 statue di di “madri” presenti nel sito campano rischiano di finire disperse e polverizzate in altri musei non solo italiani. Magari tra qualche anno le ammireremo a pagamento in Francia piuttosto che in Germania. Altrimenti non saremmo italiani.
Ancora una volta è lo Sport a venire in soccorso del mondo della cultura. Alcuni personaggi famosi (tra questi il direttore d’orchestra Ughi o l’ex ministro della Cultura Brai) hanno “adottato” alcune delle copie di queste madri, perché l’obiettivo è alzare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass media su questa possibile grave perdita. Noi di Sporteconomy abbiamo colto questo segnale d’aiuto di Andrea Di Nino, romano ma assolutamente campano d’adozione, e siamo qui a lasciare traccia di questo nostro impegno ideale/morale. Abbiamo promesso al fondatore di ADN Swim Project di aiutarlo in questa corsa contro il tempo e coinvolgeremo (alla riapertura delle Camere) tutta ALA-Scelta Civica, di cui faccio parte come dirigente per il dipartimento nazionale dello Sport (lo sport va sempre a braccetto con la cultura), per una serie di ragioni: la Campania è una delle regioni da sempre con il maggior impegno politico per questo partito e sia Enrico Zanetti (segretario di Scelta Civica ed ex vice ministro al MEF), sia Mariano Rabino (vice-segretario) sono da sempre attenti ai temi della cultura.
Ma non ci fermeremo a questo. Cercheremo infatti di arrivare fino al ministro della Cultura Dario Franceschini e ai tanti amici che abbiamo dal PD ad altri partiti di questa XVII Legislatura. Non possiamo perdere il Museo Campano di Capua e i tesori in esso custoditi. Fanno parte della nostra storia millenaria. Un Paese che non si impegna nella salvaguardia di un suo sito archeologico non ha il diritto di considerarsi moderno e civile. E noi non lo vogliamo neppure pensare.
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