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SCUOLE CALCIO: NASCE IL NUOVO PROGETTO FAIR PLAY ALLA SPES ARTIGLIO DI ROMA

Si conclude una settimana pesante per lo Sport Internazionale e italiano,   dove etica professionale,  lealtà sportiva e fair play sono stati valori abbandonati e oscurati da interessi che nulla hanno a che vedere con lo Sport. Abbiamo assistito al brutto, ultimo epilogo del Moto Mondiale con la condotta di gara imbarazzante di Marc Marquez nei confronti di Lorenzo e del suo compagno di squadra Pedrosa. Abbiamo ascoltato le  dichiarazioni di Lorenzo che ha palesemente ammesso un nuovo modello di paella con biscotto. Infine, ma non per ultimo, gli atteggiamenti in campo dei giocatori durante il derby della Capitale come ad esempio il giocatore della S.S. Lazio Lulic nei confronti del suo avversario Salah (a.s. Roma calcio). Un brutto fallo (per la cronaca lesione capsulo/legamentosa con il giocatore dell’as Roma costretto a stare fuori dai campi di gioco per circa 2 mesi) a cui non hanno avuto seguito ne il sincerarsi delle condizioni dell’avversario, ne un gesto di scuse e di fair play. Potremmo stare qui ed elencarvi ogni lunedi pagine e pagine di comportamenti antisportivi e sleali che nulla hanno a che vedere con lo  Sport. E dire che molti personaggi famosi si riempiono la bocca con la parola Fair Play tanto da farne spesso il cavallo di battaglia delle loro interviste. Ecco allora che noi di Sporteconomy ci inoltriamo ogni tanto in quelle che sono le basi e le fondamenta primarie dello Sport come le scuole calcio, oppure i vivai di nuoto per finire in visite alle piste di go kart e di mini moto. Insomma siamo curiosi di capire se e come strutture ed educatori più o meno di eccellenza insegnano ai piccoli sportivi (forse futuri campioni) le basi dell’etica, del rispetto dell’avversario, dell’unica vera regola non scritta: la lealtà e il rispetto. In questo senso, non è una novità, ne tanto meno una sorpresa  la Scuola Calcio Spes Artiglio di Roma, all’avanguardia su queste tematiche,  la scorsa settimana spiazza il mondo degli addetti ai lavori e presenta ufficialmente il Progetto Fair Play con l’obiettivo di supportare e rilanciare ancora una volta sui campi e sugli spalti il Fair Play per i loro allievi della categoria pulcini e piccoli amici. Per intenderci dal 2010 ai nati nel 2005.

Il Fair Play è una norma non scritta, è la legge morale che dà un’anima allo sport, facendone un’esperienza insostituibile, dal valore formativo innegabile per la vita in società” (Renè Maheu). Da queste parole, pronunciate dal direttore generale dell’UNESCO presso il quartier generale dell’ONU nel 1968 durante il suo ultimo mandato, si è tentato negli anni con più o meno successo di dar vita alla formazione morale e psichica dell’atleta ancor prima della capacità sportiva.

Il Fair Play non si raggiunge per grazia ricevuta. E’ un percorso formativo che si deve iniziare da piccoli e si deve assimilare piano piano nella mente e nello spirito affinché  resti vivo per sempre dentro e fuori gli ambiti sportivi. Non è filosofia, ma uno stile di vita che va oltre lo sport e  va nella direzione di essere uomini ancor prima di diventare campioni.

Lo sport è un concentrato di regole che si danno gli atleti a loro stessi e verso gli altri. Allo stesso tempo e per assurdo il Fair Play non necessita dell’osservanza delle regole stesse ed è un qualcosa che si pratica con naturalezza e con la stessa naturalezza emerge e si rivela riuscendo a dominare il suo esatto opposto: l’atto sleale.

Le parole oggi non bastano più. I buoni propositi di allenatori di squadre blasonate ormai suonano come frasi di circostanza. Oggi come non mai serve uno sforzo tangibile da parte di tutti e soprattutto partendo dalle basi, dalle fondamenta dello sport italiano e quale migliore occasione poteva cogliere la Scuola Calcio Spes Artiglio se non mettere in atto un progetto dalle forti radici educative e dallo spirito innovativo.

Ma quali sono i contenuti di questo progetto? Il criterio di assegnazione della Green Card si concretizza al termine di ogni gara e degli allenamenti infrasettimanali, sulla base del comportamento, della correttezza, della lealtà, dello spirito del gioco della squadra e anche dei sostenitori (genitori inclusi). Viene assegnata dall’istruttore e alla fine di ogni anno verrà premiato il gruppo con il maggior numero di green card ottenute.

Il messaggio non vuole essere solo un meccanismo di card legato ad una premiazione di fine anno. Dietro a ciò ruotano tanti messaggi che si vogliono infondere a ragazzi che presentano tutti diverse personalità e diversi livelli educativi. Ragazzi che oggi sono spugne e su cui si può lavorare più facilmente infondendo sani principi e la più difficile delle regole: l’auto-responsabilizzazione. Tanto difficile a pronunciare quanto da mettere in atto. Ed è qui che entra in gioco lo staff di istruttori della Spes Artiglio. Pazienza, linguaggio semplice e grande spirito di osservazione perchè di fatto lo staff impartirà le regole ma saranno i ragazzi tra di loro a farle rispettare,  sempre accompagnati dal  sostegno dei genitori. Un lavoro di squadra per creare una squadra forte nello spirito ancor prima che sui campi.

Iniziative di questo genere dovrebbero essere prese in grande considerazione da parte delle istituzioni sportive che condividendone lo spirito e gli obiettivi potrebbero impartire sul territorio nuove regole legate all’essere individuo in un contesto di integrazione sociale e morale piuttosto che all’essere in prospettiva una macchina da soldi. Ci rivolgiamo alla Lega  Nazionale Dilettanti, alla FIGCI al CONI stesso e per finire a quelle scuole calcio di società più blasonate e importanti che dovrebbero lavorare sui loro vivai mettendo nelle condizioni questi giovani ragazzi e bambini di crescere nel sano concetto morale dello sport magari prendendo esempio proprio dalla Spes Artiglio di Roma.

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Alfredo Giuliani

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