Serie A - Serie B

C’e’ cultura nello sport, ma soprattutto nell’informazione?

Nonostante ciò, si resta sempre sorpresi da come  i suddetti media riescano a ignorare o a mettere in secondo piano i grandi eventi per lasciar spazio a indiscrezioni o notizie di scarsa rilevanza (la meno peggio è certamente La Gazzetta dello Sport, che mantiene una discreta impronta multi-sportiva). Ieri c’è stato un nuovo capitolo di questo triste declivio. C’erano 3 eventi di livello internazionale: WimbledonGp di F1 in Germania eTour de France. In particolare, sull’erba di Wimbledon ci sono stati due risultati storici. La vittoria di un Andy Murray, 77 anni dopo l’ultimo trionfo britannico di Fred Perry e, nel suo piccolo, il successo di Gianluigi Quinzi nel torneo juniores. 
Il Gp del Nurburgring è stato spettacolare e avvincente, così come il tappone pirenaico ha riservato diversi colpi di scena, specialmente nella prima parte di gara. A proposito di F1: perché La Gazzetta dello Sport dedica prima e 7-8 pagine d’apertura ai successi della Ferrari, mentre quando Alonso non sale sul gradino più alto del podio il resoconto del GP finisce a pagina 20-21? Beninteso, lo dico da tifoso Ferrari.
Ebbene, ieri sera, operando una veloce rassegna web su quattro delle principali testate italiane (Gazzetta.it, Tuttosport,it, Corrieredellosport.it e Repubblica.it), i box d’aperura erano tutti dedicati al calcio nostrano. L’ennesima dimostrazione di provincialismo e chiusura mentale dei nostri mezzi d’informazione. 
Gazzetta.it
Repubblica.it
Corriere dello Sport.it
Tuttosport.it
Sul punto si potrebbero dire tante cose. Per la serie è nato prima l’uovo o la gallina, sono i media italiani a propugnare calcio, calciomercato e ancora calcio e i lettori/utenti si adeguano o sono gli stessi italiani a richiedere ciò? Certamente il calcio è lo sport nazionale e negli anni ha acquisito sempre maggior importanza, peraltro in modo inversamente proporzionale all’appeal della nostra Serie A. Tuttavia, i media italiani (giornali, ma anche le Tv) hanno grandi responsabilità per la mancata diffusione di una mentalità sportiva più aperta e “multi-sportiva”. In tal senso basterebbe ripristinare una corretta scala gerarchica tra avvenimenti sportivi. La finale di Wimbledon in qualsiasi Paese con sufficiente cultura sportiva, è più importante del ritiro del Milan, del Parma o della trattativa per due discreti difensori.
Per avere un esempio concreto non serve andare molto lontano. Ecco l’odierna prima pagina de “L’Equipe” (edizione cartacea):
I due protagonisti di giornata – Vettel e Murray – in apertura, la tappa del Tour appena sotto (peraltro l’Equipe fa parte dell’EPA, società che controlla l’ASO, la società che organizza la Grande Boucle) e a piè di pagina lo spazio per il calcio nazionale. Semplice, no?
Le speranze di un cambio di rotta, purtroppo, sono minime. Del resto, ecco come apriva la homepage del Corriere dello Sport qualche giorno fa…
Che la cultura sportiva non sia tra le virtù italiche è risaputo. Che l’attenzione dei media sportivi nostrani sia sempre più calciocentrica, con il calciomercato a dominare la scena, è altrettanto noto. Ci sono svariati esempi in tal senso. Lo scorso anno, il giorno dopo l’apertura dei Giochi Olimpici (che in linea di massima dovrebbero essere l’evento sportivo più importante al mondo), Corriere dello Sport e Tuttosport dedicarono un piccolo riquadro alla cerimonia, dando grande risalto a voci di mercato e beghe calcistiche assortite. A mettere in campo, anzi sul web, questa riflessione è il blogger Simone Salvador (SimoneSalvador.blogspot.com)
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Marcel Vulpis

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