L’occasione per questo rispolvero di un impegno di qualità è la prossima partenza della squadra della Federazione Sport Sordi Italia (Fssi) per i Deaflympcs (le Olimpiadi silenziose) dal 26 di questo mese al 4 agosto a Sofia (Bulgaria). A salutare nel salone Paralimpico questi campioni, che nel 2009 a Taipei (Cina) vinsero molto, c’erano Pancalli, ovviamente, il commissario della Fssi Felice Pulici e il segretario generale del Cip Junio De Santis. Ma soprattutto c’erano molte tv, radio e una nutrita pattuglia di cronisti. Caso strano? Vista una certa allergia dei giornalisti agli sport che fanno grande “audience”.

L’attenzione sportiva è più matura e socialmente abilitata? Non proprio.

Alcuni fattori sono ben altri. Sicuramente, per fare due esempi significativi, c’è il talento di una signora come Barbara Oddone, che  da ventotto anni domina il tennis Fssi, ma avrebbe messe e metterebbe ancora in riga avversarie non silenziose. Altro talento in piscina è Luca Germano che, tanto per non andare lontano, a Taipei fece tabula rasa, portando a casa tre medaglie d’oro (100, 400 sile libero e 200 ferfalla), due argenti (200 sile libero e 100 farfalla) e un bronzo (50 farfalla).

L’attenzione per la Federazione sportiva dei sordi è pure legata all’attuale attenta  gestione di un commissario come Felice Pulici, che pur venendo dal così distante mondo del calcio, è un dirigente ispirato che coniuga la conoscenza normativa con un sano entusiasmo. Ottimo il connubbio col capo delgazione Guido Zanecchia, che impersona la continuità e la conoscenza dei problemi reali, appoggiandosi al vulcanico team manager Massimiliano Bucca.

Tutti, però, sotto l’ombrello blindato di Pancalli che meriterà il premio Nobel per la Pace (sociale) quando e se porterà i paralimpici a integrarsi, o meglio a far parte “senza se e senza ma” del mondo olimpico. Nelle Federazioni e nella Confederazione (Coni) c’è posto per tutti coloro che fanno sport e vincono pure.  Superando egoismi di bottega non solo dei cosidetti “normodotati federali”.