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Tempi Supplementari – Il CONI cambia rotta: dalle medaglie allo sport sociale


(di Gianni Bondini) Per ora disponiamo  solo di un pò d’indizi, ma nulla di ufficiale. Nonostante ciò c’è una sensazione precisa che il Coni targato Malagò stia cambiando rotta. Zitto, zitto  e piano, piano. Perché non è una scelta di poco conto. Significa entrare nella scuola e nella società civile. Dove c’è più bisogno di partecipazione e solidarietà e molto meno di “campionismo”.
Quali sono gli indizi? Il primo è di carattere “ideologico”. Martedì scorso, dopo diciassette  anni di oblio, è stato ricevuto al piano nobile del Coni Alessandro Donati. La medaglia d’oro dell’antidoping ha trovato ad accoglierlo lo stato maggiore olimpico: Giovanni Malagò, il presidente  della Coni Servizi, Franco Chimenti, segretario e vicesegretario generale, Roberto Fabbricini e Carlo Mornati. La riunione, con estrema considerazione dell’ospite, è scaturita probabilmente da una dichiarazione de stesso Donati sulla Gazzetta, in cui in pratica si affermava “per vincere in alcuni sport (l’atletica, ad esempio) bisogna battere le strade pericolose del doping”.
Nessuno ci ha fornito l’estratto stenografico dell’incontro, ma crediamo che Malagò e il farmacologo di fama Chimenti abbiano spiegato che il Coni attuale “non ci sta”. Un atto (quasi) dovuto verso Donati, che non molla di un centimetro la sua lotta (ha toccato la 163esima presentazione del suo libro “Lo sport del doping”). Ai tempi dei caffè avvelenati dal vecchio Laboratorio antidoping per “il professor Sandro”, un incontro del genere l’avremmo ipotizzato solo sotto l’effetto di cannabis. Invece oggi è d’attualità.
Il secondo e terzo indizio sono di stamattina, dove la sala più importante del Palazzo Coni, quella occupata solitamente dai lavori della Giunta Nazionale, è stata concessa agli Alpini e all’Unione dello Sport per tutti (Uisp), alla presenza  di Malagò soddisfatto benché   parzialmente afono.
L’Uisp, in particolare, ha presentato la 31esima edizione del Vivicittà ad alto impatto sociale per domenica prossima:12  km che si correranno in 45 città italiane da Aosta a Caltanissetta e in 10 città straniere e pure nelle carceri, come Rebibbia e Opera. Col via simultaneo dato da Radio 1 Rai.
Dopo il capo dell’Uisp, Vincenzo Manco, è intervenuto lo stesso Malagò che andava interpretato. non tanto quando ha parlato di “impegno sociale” , ma nel suo considerare lo sport “da rigirare come un calzino”. Potremmo dire “più sociale e meno podio”. La legge dice che il governo del Foro Italico è responsabile dello sport “da chiunque e dovunque sia fatto”. Anche perché, maliziosamente, si può ipotizzare che il contributo governativo al Coni (di 400 milioni e passa), in tempi di crisi e di “caro Matteo, caro Giovanni e caro Graziano”, sia più al sicuro per un Coni  impegnato nel sociale, piuttosto che a caccia di un qualsiasi podio. Così  sembra, anche se potrebbe andare di traverso a qualche dirigente ancora innamorato delle giacche dell’Armata rossa con la doppia fila di medaglie alla fedeltà.  
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