Attualita’ – Più di 30 mila calciatori disoccupati dal 2010 al 2013. E’ crisi anche nel mondo del calcio.
TESSERATI STRANIERI IN ITALIA PER CATEGORIA 2012/13
A) SETTORE GIOVANILE SCOLASTICO: 35.829 (70%)
B) DILETTANTI: 14.292 (28%)
C) ATLETI PROFESSIONISTI 684 (1%)
D) GIOVANI DI SERIE: 520 (1%)
totale: 51.325 calciatori tesserati stranieri
Elaborazione dati Sporteconomy.it
CONFRONTO TESSERATI STRANIERI (stagioni 2010/11; 2011/12; 2012/13)
PROFESSIONISTI
2010/11: 622
2011/12: 786
2012/13: 684
DILETTANTI
2010/11: 13.145
2011/12: 14.096
2012/13: 14.292
SETTORE GIOVANILE
2010/11: 32.305
2011/12: 34.809
2012/13: 35.829
Elaborazione dati Sporteconomy.it
Anche nel mondo del calcio è crisi “nera”. Secondo i dati FIGC, più di 30 mila calciatori (tra professionisti e dilettanti) non giocano più sui rettangoli di gioco e spesso la motivazione non è legata ad infortuni o ad allenatori che non sanno valorizzare l’atleta di turno, ma ai fallimenti dei club (troppi in questi ultimi anni) e all’esplosione dei tesserati stranieri, che stanno monopolizzando l’intero settore (si vedano le schede allegate). Solo negli ultimi anni sono stati radiati o chiusi per fallimento ben 1.000 società.
Buona parte di questa disoccupazione e perdita del lavoro dei nostri calciatori nasce anche e soprattutto da una fortissima “concorrenza” già a partire dalle fasce di età giovanile di calciatori che arrivano dalle parti più disparate del mondo (Albania, Romania, Moldavia, ecc.). Rischiamo entro 10 anni, con questo tasso di crescita dei “calciatori-migranti”, di vedere squadre di serie A composte solo da tesserati stranieri e anche la nazionale rischia in un prossimo futuro di essere rappresentata da “oriundi”.
Ciò che stona di più è l’iniezione massiccia, con buona pace di agenti e procuratori, di giovani promesse che arrivano da paesi spesso esotici, come se ciò garantisse una migliore resa in campo. Così facendo andremo a depauperare il nostro serbatoio di giovani e praticamente “alleveremo” con costi a carico dei club italiani atleti, che, alla prima occasione risponderanno alle “sirene” di società oggi controllate da magnati russi e/o arabi. Ancora una volta manca una cabina di regia, a livello di politica sportiva ed anche le diverse componenti del calcio tricolore, a partire dalla FIGC, dovrebbero accelerare i tempi per mettere in atto una profonda riforma del sistema calcio azzurro.
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