Serie A - Serie B

Calcio &Affari – Il declino del calcio italiano alla luce del Report FIGC 2014

Le risposte a queste affermazioni di Beretta, sottolinea Vincenzo Morabito, le troviamo nel Report 2014, presentato dal Centro Studi, Sviluppo ed iniziative Speciali della Figc, da Arel e da PwC e scopriamo che:

1) sono circa 1 milione in meno gli spettatori registrati allo stadio nell’arco di in una stagione, fra serie A, B e Lega Pro.

2) La flessione di spettatori tocca i 2 milioni nel periodo compreso fra il campionato 2008/09 e quello edizione 2012/13. 

3) Complessivamente, nella stagione scorsa, il numero totale di spettatori negli stadi è stato di 12,3 milioni rispetto ai 13,2 milioni del campionato precedente (-6,4%).

4) I tifosi disertano gli stadi sempre più obsoleti e fatiscenti, perchè gi stessi hanno un’età media di 64 anni in A, 58 anni in B e la Lega Pro Prima Divisione, 56 anni in Lega Pro Seconda Divisione.
5) La media di pubblico presente alle partite di A, l’anno scorso, è stata di 22.591 spettatori: nella Bundesliga tedesca la media è stata di 42.624, in Premier League di 35.921, nella Liga spagnola di 28.237, nella A francese di 19.211.
Questi dati estrapolati dalla ricerca FIGC “fotografano” di fatto il declino del sistema calcio italiano, sempre più vicino ai numeri e agli standard del football greco e/o portoghese (nonostante che a livello sportivo il Benfica sia uscito vittorioso dalla prima semifinale di Europa league, proprio contro l’italiana Juventus), rispetto che ai livelli di quello inglese, tedesco, spagnolo e francese.

Un post su Facebook di Vincenzo Morabito (agente/procuratore di calcio a livello internazionale) ha attirato la nostra attenzione. La riflessione di Morabito è sul terreno della cosiddetta “politica sportiva” e parte da un virgolettato di Maurizio Beretta (presidente Lega serie A): “Il nostro è un campionato che continua a mostrare motivi di interesse. Ha eccellente tenuta sia negli ascolti tv sia nelle presenze negli stadi. Un campionato dove molte società hanno iniziato ad operare secondo le regole europee del fair-play finanziario e questo non è irrilevante. Possono esserci campionati con risultati che si chiudono prima o dopo, ma il nostro resta un campionato importante anche a livello internazionale, che guarda non solo ad una dimensione sportiva, ma anche al fatto di essere sostenibile nel tempo e questo è fatto nell’interesse del calcio, dei tifosi, delle società, dei calciatori e dello sport in generale”.

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Marcel Vulpis

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