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Innerhofer racconta il rapporto personale con il mondo del calcio e le convergenze con il pianeta sci

D:   Qual è il mondiale di sci che le è rimasto più impresso come ricordo?
R: Garmisch 2011, sicuramente. Vincere tre medaglie nello stesso mondiale è stato davvero fantastico, un’impresa che resterà nella storia dello sci.
D: Come vive il rapporto con il calcio, ma, soprattutto con la nazionale, un campione che arriva dal “Circo Bianco”?
R: Seguo i risultati, ma non sono un supertifoso di calcio. Tifo certamente Italia e mi auguro che la Nazionale di Prandelli faccia un buon risultato in Brasile.
D)   Cosa invidia ai “colleghi” del calcio?
R)    Sarebbe facile rispondere i loro guadagni. Ma non provo invidia per i calciatori, a me piace sciare e farlo mi diverte. Loro (forse) potrebbero invidiare a me l’adrenalina che si prova nella discesa. Scendere a 150 all’ora è un’emozione forte, unica.
D)      Vince sempre il migliore nello sci, così come nel calcio?
R)      Ogni tanto vince l’outsider, ma generalmente nel nostro sport vince il migliore, quello più in forma. Anche l’esperienza conta molto e la conoscenza approfondita le piste di gara.
 
D) Nello sci esistono i giudici di gara, ma sono sicuramente meno invadenti o decisori anche del risultato finale dell’atleta, rispetto all’arbitro nel calcio. E’ vero o no? Nello sci ci sono molti strumenti di tecnologia per rendere il risultato dell’atleta praticamente impossibile da modificare a tavolino. Lei è favorevole alla moviola in campo nel calcio, quindi all’ausilio della tecnologia, o preferisce che sia ancora una volta l’arbitro a decidere in un senso o nell’altro?
R): Penso che l’utilizzo della moviola sia indispensabile nel calcio per evitare tante polemiche. Le tecnologie devono aiutare e supportare le decisioni degli arbitri. L’occhio umano a volte sbaglia, la moviola no. Nello sci il giudice è poco rilevante. Sono gli atleti che fanno la performance e l’unico giudice è il cronometro.

Sci e calcio. Un binomio sportivo non sempre contiguo, ma che ha dei punti di contatto quando si parla di competizioni di alto livello. Christof Innerhofer (due medaglie all’Olimpiade di Sochi nelle discipline di velocità), uomo di punta della nazionale italiana di sci alpino, vivrà nella sua Gais (piccolo comune in provincia di Bolzano, a pochi chilometri da Uttenheim e Brunico) le imprese degli azzurri di Cesare Prandelli in terra verdeoro. L’atleta, seguito dal manager Andrea Vidotti (Ideeuropee.com), già uomo-immagine di Alberto Tomba, si è confidato con l’agenzia Sporteconomy a poche settimane dall’inizio della FIFA World Cup

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Marcel Vulpis

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