Marketing – Dani Alves e la banana anti-razzismo poco spontanea
L’episodio è diventato subito un esempio da imitare e al fianco di Dani Alves si è schierato immediatamente il compagno e connazionale Neymar (nella foto), che ha lanciato online la campagna #siamotuttiscimmie. Ma poche ore dopo un imprenditore brasiliano, operativo nel settore dell’abbigliamento, ha presentato sul mercato una t-shirt con il brand #somostodosmacacos al prezzo di 25 euro.
“E’ un’azione che vale più di 1000 parole”, ha spiegato il pubblicitario Guga Ketzer, socio dell’agenzia Loducca, che ha coordinato le operazioni di marketing in Brasile dopo l’episodio di domenica.
Spontaneo o meno il gesto in esame, comunque parliamo di una bellissima operazione anti-razzismo ed è significativo che il Villarreal, sia anche riuscito ad individuare e a punire il tifoso “lanciatore”. E’ stato radiato a vita e non potrà più entrare all’interno dello stadio Madrigal.
In Italia sarebbe stato punito con la stessa severità? Non crediamo assolutamente. Bravo Dani Alves, marketing o meno, ma bravi anche i dirigenti del Villarreal, che non volevano far passare il club per una società di razzisti e hanno punito con la giusta severità il fan con il pallino del “lancio della banana”.
Dalle stelle alle stalle, nel giro di una giornata Dani Alves, difensore brasiliano del Barcellona, diventato popolare in tutto il mondo (soprattutto social) per aver raccolto la banana lanciata dagli spalti da un tifoso-razzista, durante Villarreal-Barcellona, e averne mangiato un pezzo con un tono fortemente ironico, non l’avrebbe fatto però in modo spontaneo. L’operazione infatti, secondo il quotidiano spagnolo “AS“, sarebbe stata studiata a tavolino.
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