Federazioni Italiane

Esclusiva – Pernat (San Carlo Team Italia): Siamo il trampolino dei giovani talenti azzurri. C’e’ spazio nel futuro per un team FMI-VR46?

D: Come nasce e quali obiettivi si è dato, in questi primi anni, il San Carlo Team Italia?
R: La Federmoto ha, sin dall’inizio del progetto, pensato ad un investimento mirato. Ovvero creare in casa “giovani talenti”, del livello di Valentino Rossi. Un progetto di medio-lungo periodo, non certamente legato al risultato di una stagione, anche se fosse iper positiva per i nostri colori. 
Più di tre anni fa la FMI, grazie ad una intuizione del presidente Paolo Sesti e dell’attuale responsabile velocità e marketing in FMI, Alfredo Mastropasqua, si è tirata sù le maniche lanciando piloti nuovi e investendo su una intensa attività di scouting in tutte le serie, incluse le “mini-moto”. 
La mission è semplice, quanto ambiziosa: aiutare questi giovani centauri a mettersi in luce e far acquisire loro la maggiore esperienza possibile in un target di età compreso tra i 16 ed i 17 anni, a meno che non ci si trovi di fronte al cosiddetto “fuoriclasse”. 
Ecco perché ogni anno puntiamo a far ruotare un paio di piloti, nomi nuovi che difficilmente sarebbero arrivati al traguardo (o trampolino a seconda di come la si voglia guardare) della MOTO3.  Non ci aspettiamo che facciano la stagione della vita già alla loro prima esperienza (anche se Romano Fenati oggi in SKY-VR46 arriva proprio dal nostro progetto federale), ma che si inseriscano nelle prime 15 posizioni di classifica. Non c’è ansia da prestazione, semmai voglia di vederli crescere per il bene del movimento motociclistico tricolore. 
D: Per chi avesse ambizioni di vittoria nel breve a quali team dovrebbe guardare?
R: Sicuramente lo SKY-VR46 o la scuderia di Gresini. Parliamo di team con budget stellari. Una cosa è certa: per i giovani piloti con passione per le due ruote, il nostro team è un’isola felice e non spendono un euro, perché tutti i costi sono coperti dalla Federazione, che funge da endorser e, di fatto, da “Academy”.

D: Quanti piloti vedete nel
corso di una stagione come FMI?

R: Non meno di 100, e, in alcune stagioni, le attività di
scouting hanno superato anche le 150 unità in tutte le regioni. Il nostro team è
un’ottima “vetrina” per la crescita dei migliori talenti del settore.
E’ chiaro che il budget federale per quanto importante, perché parliamo di
essere comunque competitivi nella prima classe del Motomondiale, non ci
consente, per il momento, di acquistare moto da 380-400 mila euro a pilota,
come avviene, per esempio, nel team di Valentino Rossi,
dove sta gareggiando il “nostro” Fenati, prodotto del
vivaio Team Italia (attualmente supportato, a livello di marketing e sponsorship, da un brand leader nel settore alimentare come San Carlo, nda).

 

D: Valentino Rossi non è
eterno, sportivamente parlando. Su quali piloti possiamo contare per il futuro?

R: Mi piacciono molto sia Dovizioso, anche se non è più una
scommessa, ma soprattutto Iannone. E’ un talento vero, ha stoffa per
primeggiare se migliorerà alcuni aspetti in gara. Per la MotoGp dietro Rossi,
al momento, non c’è nient’altro e dovremo sicuramente aspettare diversi anni, per vedere apparire, finalmente maturo per questa serie, un
personaggio come Fenati, che si sarà fatto, nel frattempo, le ossa in Moto3 e
Moto2. Bisogna considerare una media di due anni per categoria motoristica.
Prima di 4-5 anni non si è pronti per la classe “regina”. 

 

D: Qual è la differenza principale
tra Moto3 e Moto2?

R: La Moto3 è attualmente una delle categorie più care in
termini di budget, anche nei confronti della stessa Moto2. Quest’ultima è molto
spettacolare, ma tecnicamente obbliga tutti i team ad utilizzare lo stesso
modello fornito dalla Honda. Il mio sogno per il futuro è che si ritorni ai
fasti della 250cc, con budget contingentati per tutte le scuderie. In questo
modo a prevalere sarebbe solo la maestria e la tecnica del pilota di turno.
Vincerebbe per forza il più bravo. 

D: Qual è il giudizio sull’operazione SKY-VR46 targata Rossi? Non è un doppione del San Carlo Team Italia?

R: Conosco molto bene Rossi già dai tempi dell’Aprilia (1995). E’ un campione assoluto, una persona molto determinata in tutto ciò che fa. Sono certo che farà bene anche dall’altra parte della pista, ovvero non nelle vesti ufficiali di pilota. E’ nel suo dna. E’ un predestinato non solo in sella ad una moto. Imprenditorialmente parlando si sta creando un nuovo lavoro. E’ un suo diritto.

D: E sulla presenza nella Moto3 di due team “speculari” che valorizzano giovani piloti tricolori?

R: Partiamo da obiettivi diversi e da budget neppure comparabili. Rossi ha avuto la fortuna di convincere SKY a diventare main sponsor dell’intera operazione. Oggi è uno dei team più ricchi della Moto3. Ha obiettivi di vittoria nel breve, noi ci muoviamo nel medio-lungo periodo. E’ come mettere a confronto un velocista con un maratoneta. Entrambi possono vincere, ma partono da basi diverse. 

D: Però, qualche addetto ai lavori ha fatto notare che Rossi avrebbe dovuto dialogare di più con la FMI e magari far partire un progetto co-gestito sotto l’egida federale?

R: Sì, si doveva dialogare di più (ma certamente più dalla parte di Rossi, non certamente da parte della FMI che si è resa disponibile nei mesi precedenti ad una alleanza di sistema nda). Credo che si arriverà frequentando lo stesso ambiente a dialogare nuovamente. Conviene all’intero movimento. Rossi è una persona intelligente.  

Una apertura mentale che ci aspettiamo anche noi di Sporteconomy, perché è chiaro che avere un team federale ed uno privato (più spinto, quest’ultimo, sotto il profilo agonistico), non ha concretamente un gran senso, proprio nell’ottica di una logica di sistema. Crea solo confusione mediatica, “cannibalizzando” il lavoro prospettivo della FMI.

Non ha senso infatti avere due team concorrenti nella stessa serie. Sotto il profilo della mission di lungo periodo quello federale ha un diritto acquisito sia a livello di “idea”, sia in termini di obiettivi di crescita e sviluppo. E’ il vero trampolino di lancio per i giovani talenti azzurri, che, non a caso, come è successo con Romano Fenati (ex San Carlo Team Italia), sono approdati poi alla “corte” di Rossi. 

Un team “FMI-VR46” non troppo spinto a livello agonistico sarebbe, invece, una bellissima operazione di immagine per entrambi i soggetti coinvolti: nessuno più della FMI può presentare queste caratteristiche. Per il pilota di Tavullia sarebbe un riconoscimento alla federazione che l’ha lanciato molti anni fa e l’ha sempre sostenuto nella sua crescita. All’estero molti campioni affermati amano supportare, a fine attività, la realtà federale da cui sono partiti. Sarebbe bellissimo che proprio Rossi lo facesse nella prossima stagione, magari portando in dote il main sponsor SKY. Come ama dire il premier Matteo Renzi: #cambiamoverso, ma cerchiamo, soprattutto, di essere più sinergici anche nello sport. 

* Biografia Carlo Pernat (fonte: GpOne.com)

Genovese, classe ’48. Prima esperienza di lavoro nel 1974 assunto nella direzione marketing della Piaggio s.p.a e poi nell’ufficio stampa e pubbliche relazioni. Entra nello sport nel 1979 quando Piaggio acquista Gilera con la qualifica di manager sportivo della squadra corse di motocross gestendo piloti come Michele Rinaldi, Corrado Maddii, Gaston Rahier, Mark Velkeeners.

Organizza sei Parigi-Dakar dal 1985 al 1990 vincendone una nel 1990 con Eddy Orioli e gestendo piloti come Hubert Oriol

Entra nella velocità come direttore sportivo della Cagiva nel 1988 gestendo i pioloti Randy Mamola e Ramond Roche ottenendo il primo podio nella storia della Cagiva con il terzo posto di Mamola a Francochamps

AD inizio 1990 accetta l’incarico di responsabile della gestione sportiva dell’Aprilia e vince 3 titoli mondiali nella classe 250cc. con Max Biaggi nelle stagioni 1994, 1995 e 1996 ed un titolo mondiale 125cc. con il pilota Alessandro Gramigni .

Nella sua gestione si fanno luce piloti come Roberto Locatelli, Stefano Perugini, Loris Reggiani e Jean Michel Bayle, ma soprattutto viene ingaggiati Valentino Rossi che porta a casa il suo primo titolo mondiale nel 1997 classe125cc.. Altri due titoli mondiali vinti da Sakata nella classe 125cc. negli ann 1994 e 1996.

Nella stagione1999 diventa consulente sportivo di Loris Capirossi e lo segue sino alla fine 2011 quando loris si ritira dalle competizioni

Dalla stagione 2007 diventa consulente sportivo di Marco Simoncelli e lo segue sino alla gara di Sepang del2011.

Segue anche come consulente sportivo Alex De Angelis e Andrea Iannone. Nelle stagioni 1999, 2000 e 2001 lavora in Rai come seconda voce del motomondiale nelle dirette condotto da Federico Urban.

Una chiacchierata lunga con Carlo Pernat*, responsabile relazioni esterne e comunicazione di “San Carlo Team Italia”, scelto dalla Federazione Motociclistica (FMI) nel 2013 per rivitalizzare il settore, con l’obiettivo (di medio/lungo periodo) di portare uno di questi talenti a primeggiare nella MotoGP. Un progetto che, quest’anno, vede la coabitazione con lo SKY-VR46 di Valentino Rossi, nel nuovo ruolo di proprietario di una scuderia motoristica. Ne è venuta fuori una fotografia puntuale del settore, con luci/ombre e tante riflessioni all’interno di un “Circus” (quello del Motomondiale), sempre più per team “ricchi” e votati alla conquista della vittoria nel breve.

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