Sport e Scommesse

Commissione Europea: Italia paese da seguire nella lotta alle scommesse illegali, ma resta paese ad alto rischio

L’Italia, prosegue Agipronews, resta tra gli Stati membri più importanti per i migliori programmi d’istruzione e d’informazione nel contrasto alle partite truccate, con Germania, Francia, Malta, Grecia ed Estonia, ma in virtù degli scandali che hanno colpito il mondo del calcio dalla fine degli anni ’70, “in Italia le autorità non possono negare la vulnerabilità dell’integrità sportiva, il che spiega la mobilitazione precoce dello Stato contro il crimine organizzato”, ha spiegato Pim Verschureen, curatore della ricerca. Tuttavia, anche in quei Paesi in cui la consapevolezza della corruzione nello sport è forte, le autorità “difendono l’idea che lo Stato si concentri su altre priorità – ha rilevato Verschureen – come la disoccupazione, la sicurezza, lo sviluppo economico”. In questo senso, osserva lo studio dell’Iris, sono le federazioni sportive in coordinamento con i comitati olimpici nazionali, a definire e applicare programmi di formazione e istruzione alla lealtà sportiva. E qui l’Italia, sostiene la ricerca, riesce ancora a emergere, insieme alla Finlandia. Il caso finlandese, inoltre, è esemplare anche nella necessità di fornire le informazioni giuste per evitare le combine sul campo, in un mondo che resta sostanzialmente molto omertoso. La ricerca Iris ha messo in evidenza l’iniziativa del sindacato giocatori professionisti, che ha creato un’applicazione smartphone (“Red Button”) con cui i calciatori possono inviare informazioni su movimenti sospetti a un’organizzazione terza e indipendente, che valuta se sia il caso di trasferirle alle autorità competenti. Secondo l’Iris, sono solo 8 gli Stati membri (Italia, Francia, Malta, Polonia, Portogallo, Grecia, Spagna e Regno Unito) che prevedono un reato penale specifico di corruzione sportiva. Restano comunque molte le lacune delle piattaforme investigative, ma per quanto riguarda la lotta contro il crimine organizzato, osserva Verschureen, “il modello italiano rappresenta il punto di riferimento al livello europeo”, citando le tecniche investigative adottate nelle inchieste di Bari e Cremona. La ricerca fa notare che sono solo 5 i Paesi che pongono limiti ad alcuni tipi di scommesse: oltre all’Italia, ci sono Belgio e Finlandia (limiti alle puntate), Francia (limiti alla spesa) e Grecia, che vieta le scommesse sul campionato di calcio di serie B. A livello Ue, la ricerca invita i Paesi a firmare la convenzione del Consiglio d’Europa sulle partite truccate, coordinare le azioni investigative nel contrasto al match fixing, controllare le scommesse e attuare programmi di educazione e formazione alla lealtà sportiva.

Una migliore cooperazione tra federazioni sportive e operatori di scommesse per la protezione dell’integrità degli eventi sportivi e una maggiore collaborazione tra servizi investigativi e giudiziari. Come riporta Agipronews, questa la ricetta per il contrasto al match fixing emersa nel corso della ricerca presentata oggi dall’Iris (Istituto di relazioni internazionali e strategici), in collaborazione con la Commissione europea e European Lotteries, effettuata in 21 Paesi Ue. Nonostante le buone pratiche, alcune anche di livello eccellente, l’Italia, insieme ad Austria, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Spagna, resta un Paese ad altissimo rischio match fixing. 

Previous post

Garmin e Delta Medica: la salute in una App

Next post

Mondiale 2014 - Al via la Coppa del Mondo verdeoro, ma non riparte l’economia del Brasile

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *