Editoriale – Calcio italiano in un cul de sac. Per il nuovo presidente FIGC bisognera’ attendere il prossimo 11 agosto.
Questo è stato l’esito del consiglio della Federcalcio (convocato poche ore fa a via Allegri), che doveva ratificare le dimissioni del presidente Giancarlo Abete e quelle del c.t. azzurro. Carlo Tavecchio, tra i dirigenti top della federazione, poteva già essere nominato “reggente” e iniziare a lavorare per dare un nuovo corso all’intero movimento, anche perché, al momento, nessuno ha lo stesso sostegno del presidente della lega nazionale dilettanti (che pesa per il 34 per cento), oltre al supporto, al momento “virtuale” o sulla carta, della lega serie A (12 per cento) e della lega Pro (14 per cento). Per un totale del 63 per cento dei consensi. Siamo, come al solito, nella solita situazione di stallo tipicamente italiana. Si dovrà attendere l’assemblea dell’11 agosto (in attesa che lo stesso Tavecchio ufficializzi, nelle prossime ore, la sua candidatura) per conoscere il nome del nuovo numero “uno” della FIGC, che, un minuto dopo, dovrà nominare il commissario tecnico a meno di un mese dalla data del 9 settembre, quando gli azzurri scenderanno in campo contro la Norvegia ad Oslo, in vista delle qualificazioni per Euro2016 (vinte dalla Francia). Non si capisce, quindi, perché sia necessario attendere oltre un mese, se Tavecchio ha già adesso la maggioranza dei voti di questo movimento. La domanda nasce spontanea: Cosa aspettiamo? Una nuova figuraccia in ambito europeo, costringendo il professionista chiamato a guidare la nazionale maggiore a fare gli “straordinari” per recuperare il tempo perduto in via Allegri.
Ultima annotazione. Come agenzia Sporteconomy siamo perfettamente d’accordo con Abete (FIGC), quando parla di commissariamento come strumento non positivo e in contrasto con la natura associativa della FIGC. Anche il commissario non serve a nulla. Troppi ne abbiamo visti e sopportati (oltre che pagati). Il mondo del calcio deve prendersi le responsabilità del caso: nominare in tempi veloci sia il nuovo presidente federale, sia il nuovo c.t.
Poi il presidente (Tavecchio) contestualmente presenti un progetto moderno e di sviluppo dell’intero settore e inizi a costruire mettendo accanto a sè giovani e uomini di esperienza, in tutti i campi (tecnico-sportivo, organizzativo, manageriale, marketing/commerciale e comunicazione). La nazionale è un brand del valore di 286 milioni di euro. Cerchiamo di non depauperare questo “tesoretto”. Speriamo quindi che il “buon senso” porti il movimento a scegliere anche prima dell’11 agosto il nome del più rappresentativo in questa fase attuale. E che si inizi finalmente a lavorare sodo, perché la figuraccia di Brasil2014 può essere dimenticata solo con una nuova vittoria memorabile in campo.
(di Marcel Vulpis) – Nuova figuraccia del calcio italiano, come se ne avessimo bisogno dopo quelle fatte in campo in Brasile. In sintesi tutto “spostato” al prossimo mese dopo il consiglio federale (FIGC) di oggi di fronte alle sette componenti del movimento tricolore (per un totale di 1,4 milioni di tesserati). Il dimissionario Giancarlo Abete rimarrà in sella fino all’assemblea elettiva dell’11 agosto, poi il nuovo presidente federale sceglierà il commissario tecnico chiamato a sostituire Cesare Prandelli (anch’egli dimessosi irrevocabilmente dopo l’eliminazione degli azzurri in Brasile).
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