Caso Del Piero-India: Meloni (FDI) chieda a tutti i parlamentari italiani di firmare per la liberazione dei due maro’
La notizia di Latorre fa da contraltare a quella di Alex Del Piero, giustamente felice per avere trovato una nuova squadra dove mostrare, a 40 anni compiuti, la propria bravura. Dopo due stagioni sportive in terra australiana (al Sydney FC), adesso l’ex capitano della Juventus sbarcherà in India per cercare nuova fortuna (economica e sportiva). Giocherà infatti per il Dehli Dynamos nella Hero Indian Super League (appena 8 squadre che si sfideranno in poco più di 69 giorni). In India tra l’altro Del Piero troverà il suo ex compagno di squadra, David Trezeguet (tesserato del Pune FC).
Al di là di quella che può essere la contropartita di questa operazione (Del Piero vola in India per soldi non per fare le vacanze), ci piacerebbe pensare che il giocatore trevigiano possa diventare in campo il testimonial di quelle migliaia di italiani (tra cui si inserisce anche il sottoscritto in qualità di direttore di questa agenzia stampa), che vorrebbero vedere tornare alle loro famiglie due “soldati” italiani che hanno l’unica colpa di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, con l’aggravvante di una classe politica (quella italiana chiaramente) che fa a spintoni/carte false per mettere nel risiko internazionale il ministro degli Esteri (“Lady Pesc” Mogherini) ai vertici degli esteri UE, ma stranamente dimentica il caso di questi due poveri ragazzi.
Credo che non ci sia nulla di più orribile di sentirsi reclusi, lontani migliaia di chilometri dal conforto delle proprie famiglie, in un paese straniero. Soprattutto se ci si considera “innocenti”. Non mi meraviglio che Latorre si sia sentito male, c’è da sentirsi morire solo al pensiero. Pensate, per esempio, a quanto dovette subire un altro innocente in carcere, tanti anni fa, come Enzo Tortora. Ed era relegato, comunque, in una prigione italiana.
Ripeto è orribile, e lo è ancor di più se pensiamo che, a parte Giorgia Meloni (presidente di Fratelli d’Italia-AN) e Ignazio La Russa, pochi sono stati i parlamentari che hanno alzato lo sguardo verso il problema dei due marò con la volontà, soprattutto, di risolverlo. Meloni e La Russa, al di là di come la pensano ideologicamente (in questo caso non ha alcun peso secondo me), hanno fatto quello che tutti e 945 i parlamentari dovrebbero fare: ovvero aiutare due concittadini reclusi ingiustamente all’estero.
Invito Giorgia Meloni ad essere ancora più “cinica”: chieda a tutti questi 945 parlamentari di firmare un documento per il rilascio/rimpatrio dei due militari. Anche perché chi dovesse rifiutarsi si “condannerebbe” politicamente da solo agli occhi di 60 milioni di italiani.
I tempi di Gabriele D’Annunzio e di un nazionalismo “sfrenato” sono (forse) giustamente tramontati, ma non si può fare il tifo per gli indiani (come le giustificazioni trovare dal governatore del Veneto, Luca Zaia) Questo lo trovo altrettanto orribile. Chi siede in Parlamento deve fare gli interessi dell’intero popolo italiano.
Del Piero, che ha paura di essere strumentalizzato politicamente (se dovesse decidere di non giocare in India) mi permetto di suggerire: “Attento Alex che anche la tua presenza per gli indiani è uno schiaffo al nostro paese. Quindi, almeno, scendi in campo con il “fiocco giallo” in evidenza. Gli indiani ti pagheranno anche centinaia di migliaia di dollari, ma a questo paese (l’Italia) devi tutto: non lo dimenticare. E’ un piccolo gesto, ma il governo indiano deve capire che la stragrande maggioranza degli italiani è dalla parte dei marò. E soprattutto finché non sarà conclusa questa querelle internazionale tra India ed Italia non ti prestare a fare da testimonial al club per il quale hai firmato. Mi sembrerebbe quantomeno inopportuno considerato il difficile momento”.
(di Marcel Vulpis) – E’ di poche ore fa la notizia delle cattive condizioni di salute di Massimiliano Latorre, uno dei due marò italiani, “detenuti” ingiustamente in India dal 2012 (all’interno dell’ambasciata tricolore di Nuova Delhi), in attesa di una sentenza che ha natura politica (troppe volte posticipata), prima ancora che giuridica (ad ottobre ci sarà una nuova puntata della causa penale che li vede entrambi imputati dell’omicidio di due pescatori). La tesi italiana, invece, è che i marò (Latorre e Girone) spararono per difendere la nave dai pirati presenti in quelle acque internazionali.
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