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Il caso Schwazer continua a far parlare nel mondo della lotta al doping

La sanzione per l’altoatesino sembra una fisarmonica. Si allunga inaspettatamente ma certo è che Schwazer ne ha combinate parecchie. Prima di Londra 2012. E, poi, bisogna andarci giù duri, dopo che l’antidoping è in compartecipazione con i carabinieri dei Nas e sotto controllo anche di Palazzo Chigi.

“Ogni medaglia italiana sarà pulita”. Ha affermato due giorni fa il presidente del CONI Giovanni Malagò. Forse con un po’ troppa enfasi, chiamando “svolta epocale” l’accordo con il comandante dei carabinieri Tullio Del Sette e col capo dei NAS Cosimo Piccinno. Mancano solo le “intese verticali”, da sottoscrivere entro 90 giorni, riguardanti l’attività di intelligence e i controlli a sorpresa. A benedire politicamente l’intesa CONI-NAS la ministro della Salute Lorenzin e il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio.

L’accordo sarà in vigore fin dopo l’Olimpiade di Rio2016. Siamo convinti che Malagò ha dato una decisa accelerazione nella caccia al doping. Vedersi davanti i carabinieri fa un certo effetto e dimostra la volontà di procedere sulla strada  della “terzietà” dei  controlli.
Noi siamo incontentabili nelle scelte di legalità. Un altro sforzo presidente Malagò. L’articolo 32 della Costituzione assegna allo Stato la tutela della salute dei cittadini, sportivi e non. E, allora, il CONI faccia un passo indietro ancora e faccia pure “cassa”, fornendo al Ministero della Salute e ai carabinieri l’apporto d’eccellenza del Laboratorio antidoping del professor Francesco Botrè, ovviamente, facendosi pagare il servizio e basta. Antidoping di Stato, una buona scelta.

(Tempi Supplementari di Gianni Bondini) Altri tre mesi di squalifica effettiva (altri tre mesi sospesi) per il marciatore Alex Schwazer e non è finita perché dopo il Tribunale antidoping la procura potrebbe rincarare la dose. Schwazer finirà la squalifica (per ora) il 29 aprile 2016.

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Marcel Vulpis

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