Commissariamento FIH. Esclusiva sulla memoria degli ispettori del CONI sul movimento dell’hockey su prato.
In Rete, da un pò di tempo, sta girando un documento inviato lo scorso 14 luglio 2014 dall’ufficio di vigilanza del CONi al Segretario generale dello stesso ente pubblico (il dr. Roberto Fabbricini). Un documento, analizzato dalla nostra agenzia, che ha portato al commissariamento della FIH. Già leggendo alcuni passi della “Memoria per il segretario generale”, gli ispettori sottolineano, come risulterebbero specifiche e dettagliate contestazioni di “irregolarità nella gestione e/o gravi violazioni dell’ordinamento sportivo emerse dall’indagine svolta, ai fini dell’adozione degli eventuali provvedimenti previsti dallo statuto del CONI”.
Questa relazione nasce da una Commissione per l’indagine su fatti relativi alla Federazione Italiana Hockey (nella foto l’immagine di Google dedicata durante i Giochi di Londra2012 a questa affascinante disciplina sportiva) segnalati da una serie di esposti pervenuti al CONI. Le analisi di dettaglio della Commissione di vigilanza (posta in essere dal CONI) hanno riguardato, nello specifico: tesseramento ed affiliazioni, lo svolgimento dell’assemblea elettiva siciliana, lo scorporo della sezione hockey del CUS Catania e l’incorporazione CUS Catania-HC Catania.
Qualche errore tecnico, per non dire anomalia, per esempio, lo si ravviserebbe nel caso dell’assemblea elettiva siciliana: tre degli esposti presentati parlano chiaramente di irregolarità nel voto dell’assemblea elettiva del comitato regionale Sicilia. I voti attribuiti ai candidati sarebbero stati superiori al numero dei votanti. La Commissione CONI ha rilevato che sulle 140 schede di voto solo otto riportano una sola preferenza, le restanti 132 presenterebbero due preferenze per scheda. Ciò avrebbe modificato il risultato finale del voto. L’ex presidente Di Mauro si è difeso dichiarando che ciò sarebbe avvenuto da parte degli elettori siciliani (anche per eccesso di zelo), che avrebbero fatto in questo modo per dare vita ad un voto di genere, nella realtà, però, solo 63 schede su 132 presenterebbero un voto ripartito per sesso. Quindi comunque l’irregolarità resta e impatterebbe sul voto finale delle elezioni per la presidenza FIH.
Dalle carte risulta poi che l’ex presidente Di Mauro, non solo è stato presidente della FIH dal 2009 al 2013, ma, nello stesso periodo, ha retto anche la presidenza del CUS Catania, in una chiara posizione di incompatibilità di cariche, visto che ci sarebbe un palese conflitto di interesse. L’art. 52 secondo comma dello statuto federale prevede chiaramente l’ipotesi di incompatibilità – Singolare che Di Mauro non se ne sia accorto, che nessuno dei componenti della segreteria o del Consiglio federale dell’epoca gliel’abbia fatto notare invitandolo magari a dimettersi dalla carica di presidente del CUS Catania,. Nel frattempo, sarebbe avvenuto lo scorporo della sezione hockey del CUS Catania con la rappresentanza legale di questa sezione che veniva data al membro del consiglio direttivo Luigi Mazzone. Anche questa operazione, molto creativa sotto il profilo dell’interpretazione delle norme, gli ispettori l’hanno definita una “delega impropria”.
Il lavoro dell’ufficio di Vigilanza è stato a dir poco certosino ed entra nel merito di una serie di questioni, che ci permettiamo di segnalare come non banali. Per garantismo che ci contraddistingue è chiaro che, fino all’ultimo grado di giudizio della giustizia sportiva, l’ex presidente Di Mauro è innocente e ha diritto, attraverso i suoi legali (così come sta già facendo), ad esibire documenti difesa agli enti competenti.
Fatta salva questa premessa (anch’essa non banale), è chiaro che diventa molto importante che il lavoro del Commissario Matteoli sia rapido e incisivo.
Gli addetti ai lavori del mondo dell’hockey, e lo si evince chiaramente facendo un giro in rete sui blog e pagine facebook degli addetti ai lavori, vogliono sapere se tutto ciò sia vero o meno. Se ci sono colpevoli (o meno) e cosa eventualmente hanno sbagliato. In un precedente fondo abbiamo scritto: Rigore, Rigore, Rigore!. Vero, ma è importante anche la celerità nel giudizio e nell’emanazione di una sentenza, che vuole tutto il mondo dell’hockey incluso lo stesso Di Mauro (secondo noi). Se sarà, come gli auguriamo, “innocente” avrà il diritto di ricandidarsi anche alle prossime elezioni. Se ciò non dovesse avvenire è chiaro che la sua storia dirigenziale finirebbe qui, così come per i soggetti a lui vicini, che hanno condiviso la sua dirigenza federale. Sarebbe quanto meno inopportuno in caso negativo rivedere gli stessi soggetti ambire a cariche federali e potrebbe creare anche forte imbarazzo in ambito CONI, secondo noi.
Siamo arrivati ad un punto in cui non c’è una terza via: o innocenti o colpevoli. Noi chiaramente ci auguriamo che siano tutti innocenti, certamente la memoria degli ispettori del CONI qualche riflessione sulla gestione di questa federazione (nei tempi passati) la impongono. Non ce ne voglia Di Mauro, ma nel periodo di cui parliamo il presidente era lui e fare il presidente di una federazione significa anche prendersi gli oneri (non solo gli onori). Ci piacerebbe anche poterlo intervistare per avere la sua completa versione dei fatti, rispetto alla memoria degli ispettori CONI di cui parliamo.
Sarebbe un importante momento di riflessione “interna” da parte del dirigente catanese e, perché no, anche un bel gesto di umiltà.
Noi crediamo che le Federazioni sportive riconosciute dal CONI in un prossimo futuro debbano essere le “case della trasparenza” in ogni loro atto. Anche perché ricevono contributi pubblici e, quindi, non possono considerarsi delle realtà private dove le scelte nella spesa diventa un affare privatistico di pochi. I contributi CONI arrivano dalla presidenza del consiglio dei ministri, che, a sua volta, li chiede al MEF – ma lo stesso MEF intercetta questo flusso di denaro dalle tasse dei cittadini. Ovvero dalle loro tasche, anzi dalle nostre. Ci piacerebbe che il prossimo presidente FIH capisca questo concetto “basico” e si muova, in ogni suo passo, con questa filosofia ben chiara in mente. Ogni euro speso deve essere “ragionato”, perché è un euro degli italiani e merita rispetto.
Dopodichè l’hockey su prato deve andare avanti, perché è una disciplina olimpica e i Giochi si avvicinano, ma fugando prima tutti questi dubbi.
Sappiamo, da rumour di corridoio, che il procuratore federale starebbe analizzando una serie di infrazioni collegate alla procedura di affiliazione di una serie di società di hockey. Saranno sentiti lo stesso Di Mauro (in qualità di ex presidente federale) e oltre 10 consiglieri di ben due consigli federali distinti, dal 2009 al 2013. Giusto farlo, ma forse, ci sono altri elementi della memoria di questa documentazione CONI che dovrebbero essere presi sotto esame, con ancora maggiore celerità. Tutti i dubbi relativi a questa documentazione devono essere fugati, ne va dell’immagine dei soggetti eventualmente coinvolti, ma anche dell’hockey su prato come movimento.
Ce lo auguriamo vivamente e ci rimettiamo alle decisioni del procuratore federale, invitandolo, ove possibile, a fornire risposte a tutti questi nostri quesiti. Buon lavoro, quindi, e che sia veloce!
(di Marcel Vulpis) – Non passa giorno o settimana che il “Commissariamento” della Federhockey su prato (fino a poco tempo fa guidata dal dirigente catanese Luca Di Mauro), non faccia parlare di sé, a torto o a ragione.
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