Catania-Pulvirenti: per il calcio-scommesse chiesti solo 5 punti di penalizzazione in Lega Pro
(di Marcel Vulpis) – Si sta trasformando in un processo “inutile” quello che vede coinvolto il Catania calcio e il suo ex presidente Antonino Pulvirenti, reo di aver truccato diverse partite per cercare di non retrocedere in Lega Pro.
Le richieste del procuratore federale Stefano Palazzi: retrocessione con 5 punti di penalizzazione per gli etnei e 5 anni di inibizione per l’ex presidente. Riconosciuta la collaborazione. Pulvirenti: “Ho deciso, lascio il calcio”. Sentenza tra domani sera e venerdì.
Una dichiarazione, che, di fatto, sembra salvare entrambi i soggetti coinvolti. Se la compravendita di partite per non retrocedere vale appena 5 punti di penalizzazione è chiaro che, nel futuro, tra la certezza di retrocedere e il provare a trovare la scorciatoia, i dirigenti “infedeli” proveranno a percorrere questa seconda strada. Se non si viene scoperti si rimane nella serie calcistica, altrimenti si scende nella serie inferiore, ma 5 punti, con una squadra ben attrezzata, si recuperano facilmente.
La procura federale sta sbagliando completamente e questo è un ulteriore caso di giustizia sportiva “inutile” ormai. Quanto a Pulvirenti stendiamo un velo pietoso sulle sue dichiarazioni. Se è sufficiente collaborare per ricevere un misero Daspo di 5 anni e ripresentarsi magari tra un lustro nel calcio che conta, allora questo calcio è definitivamente ai titoli di coda. Il Catania calcio (con riferimento alla dirigenza del caso incriminato) doveva finire in serie “D” e il suo presidente doveva essere radiato. Questo è quello che sarebbe avvenuto in Germania o in Inghilterra. Ma infatti parliamo di paesi “seri”, cosa che purtroppo non siamo da tempo. Se verranno confermate le richieste di Palazzi cadremo ancora una volta (se già non bastasse) nel ridicolo a livello internazionale. Quando si arriva a truccare una o più partite la pena deve essere esemplare. Qui di esemplare non c’è nulla. Speriamo sinceramente di sbagliarci.
Ci dispiace, tra l’altro, che questo nuovo caso di match fixing (organizzato a tavolino da Pulvirenti e soci) sia avvenuto all’interno della Lega serie B, che in questi ultimi anni si è sempre contraddistinta per la correttezza e l’impegno nell’etica dei suoi dirigenti, a partire dai suoi vertici (Andrea Abodi e Paolo Bedin, rispettivamente presidente e direttore generale della Lega calcio di seconda divisione).
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