Senato da chiudere. Offese, atti osceni e cinque giornate per due “verdiniani”
(di Marcel Vulpis) – L’ufficio di Presidenza del Senato ha votato a maggioranza la proposta del presidente Pietro Grasso di sospendere per cinque sedute i senatori Lucio Barani e Vincenzo D’Anna, entrambi di ALA, il gruppo legato a Denis Verdini (nella foto), dopo i gesti osceni indirizzati alla senatrice Barbara Lezzi del M5S nella seduta di venerdì 2 ottobre.
Questa la fredda cronaca di ciò che è successo nelle ultime ore, il tutto aggravato dalle offese di un senatore “pentastellato” rivolte al presidente del Senato, seconda carica dello Stato, paragonato all’arbitro Moreno (noto per aver spedito a casa gli azzurri ai Mondiali nippocoreani 2002).
E’ chiaro che se dei senatori scambiano l’aula per una Suburra romana forse ha ragione il premier Matteo Renzi a “chiudere” il secondo ramo del Parlamento. Troppe volte, infatti, abbiamo assistito a scene da far west in quello che dovrebbe essere il luogo dell’eccellenza politica italiana. Così, purtroppo, non è da tempo e scene di sessismo di questo livello sono una offesa all’immagine delle donne che si impegnano in politica, come la senatrice Lezzi.
Di fronte a tutto questo cinque giornate sono pure poche, perché gli stessi meriterebbero di essere spediti a casa, perché non degni di sedersi a Palazzo Madama. Ma siamo in democrazia e bisogna rispettare la volontà del popolo, seppure il tutto sia passato attraverso la stortura del Porcellum, dove sono state le segreterie dei partiti a chi dovesse passare e chi no. Vedremo con l’Italicum se si arriverà a migliorare questo sistema elettorale scandaloso, nel frattempo dovremo sorbirci queste scene indegne per un paese civile e democratico.
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