Cochi (consigliere Roma Capitale): Potevano essere realizzati impianti sportivi nei 15 municipi capitolini
“Leggendo, la posa della prima pietra nel glorioso stadio Filadelfia del grande Torino, ci viene subito da pensare a come la Capitale d’Italia addirittura candidata ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024 sia indietro con l’impiantistica sportiva. Dagli stadi di proprietà, con dubbi e problematiche su Tor Di Valle ancora definitivamente da sbloccare per alcuni problemi, il nulla di pervenuto e di ufficiale da parte della Lazio calcio, lo stadio Flaminio della prima Italia campione del Mondo, della vecchia Lazio (già nella vicinissima Rondinella) e un po’ Roma per alcuni anni, in completo abbandono e in attesa di un bando pubblico che tarda ancora ad arrivare, all’altrettanto importante per storia e tradizione Campo Testaccio, al blocco da oltre due anni e più di giunta Marino, per esempio di centri federali quali il Palapisana, Valco San Paolo, l’ex Velodromo, e tanti altri, che ci fanno pensare e fare invece un caloroso plauso al sindaco di Torino PieroFassino, alla sua giunta, non certo di uno schieramento a me vicino, anzi, e a quanti si sono concretamente prodigati negli anni per riuscire nell’impresa del recupero del mitico stadio granata raccontato fino ai nostri tempi, patrimonio di tutto lo sport italiano e mondiale oltre che piemontese”. Lo dichiara in una nota Alessandro Cochi consigliere di opposizione di Roma Capitale (già delegato allo sport del Comune di Roma nella Giunta Alemanno).
“Oltre che ai commissari in arrivo nella Capitale – prosegue – dico ai diversi candidati sindaci dei diversi schieramenti che leggo in questi giorni sui vari quotidiani, se avranno dieci, quindici minuti da perdere, mi permetterò di censire per una visione di una Roma veramente Caput Sport, impianti grandi e piccoli, che già potevano essere sorti o riqualificati nei 15 municipi da un bel po’ di tempo”.
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