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Le perdite di BES, maxi sponsor del calcio portoghese, scaricate sugli azionisti ordinari

La Banca centrale portoghese ha ordinato il trasferimento di alcune obbligazioni ordinarie di Novo banco nella “bad bank” Banco Espirito Santo, creata dopo lo smembramento dell’istituto Espirito Santo, imponendo così le perdite sugli obbligazionisti ordinari.

«Questa misura si è resa necessaria per fare in modo che le perdite di Banco Espirito Santo vengano innanzitutto sostenute da azionisti e obbligazionisti e non dal sistema finanziario e dai contribuenti», ha spiegato la Banca centrale di Lisbona. Una iniziativa che ha lasciato sorpresi molti operatori del settore finanziario visto che nessuno si sarebbe aspettato di vedere le perdite di BES scaricare sugli azionisti ordinari. Andando in controtendenza con quanto previsto dalle nuove regole UE sui salvataggi bancari, in vigore da domani mattina in tutta Europa (inclusa l’Italia). Con buona pace, verrebbe da dire, della trasparenza e della tutela dei piccoli risparmiatori.

Novo Banco ha sostituiti BES nella sponsorizzazione della nazionale di calcio, asset sportivo top per almeno 12 anni.

La Nazionale del Portogallo è molto più di un top club di calcio. Rappresenta la più importante forma di coesione nazionale, un punto focale di interesse e la passione per i tifosi lusitani.
Il collegamento tra Banco Espirito Santo (BES) la Nazionale di calcio è iniziato nel 2002, quando la banca più importante del Portogallo ha firmato il contratto di main sponsor dell’undici guidato da Cristiano Ronaldo.
Per BES il sostegno della Nazionale è stato un volano di comunicazione che simboleggiava l’immagine moderna del Paese. Nel 2014 questa importante sppnsorship che vedeva BES, anche a sostegno dei tre club di calcio più importanti della prima divisione (Porto, Sporting Lisbona e Benfica) e dell’immagine di Cristiano Ronaldo, centravanti del Real Madrid e calciatore più pagato al mondo, è venuta a cadere sotto i colpi della crisi finanziaria che ha colpito l’istituto di credito lusitano.

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Redazione

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