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Rampelli (FdI): Quattro stadi a Roma? Manco nel Ventennio

Non ha peli sulla lingua Fabio Rampelli, parlamentare e responsabile Sport di Fratelli d’Italia (FdI), partito di Destra guidato da Giorgia Meloni.

Rampelli, ex nazionale di nuoto, e con una grande passione per lo sport è intervenuto su Facebook (sulla pagina personale), con un post “polemico” sull’utilizzo del “tema stadi di calcio” da parte dei diversi contendenti (per la carica di sindaco di Roma), come feticcio elettorale in vista delle amministrative del prossimo 12 giugno.

Dopo il passo indietro della Meloni, felicemente in dolce attesa, non si può escludere che Rampelli possa, tra l’altro, avere un ruolo primario nella coalizione di centro-destra, sempre che Forza Italia non insista troppo sull’idea Alfio Marchini per l’intera coalizione di CDX. La tesi di Rampelli, per nulla peregrina, è che dietro questo grande e smisurato interesse per gli stadi di calcio, da costruire a Roma, ci sia l’interesse dei costruttori presenti nella Capitale. E la storia di Roma Capitale, soprattutto se si guarda al degrado urbanistico ed edilizio gli dà perfettamente ragione.

Di seguito il post principali e altri due commenti sempre a firma Fabio Rampelli

4 STADI A ROMA? MANCO NEL VENTENNIO…
Accadono cose strane a Roma negli ultimi tempi: uno stuolo di gente proveniente da destra, dai neofascisti ai tardo democristiani, effettuati lunghi e approfonditi colloqui, vorrebbero sostenere la candidatura a sindaco di tal Marxini, giustappunto persona firmataria del manifesto di valori del Pd, che misteriosamente riceve nel suo studio in una zona radical chic di Roma codazzi di persone della parte opposta sicuramente interessate al ‘futuro della Capitale’. Accade anche che vari candidati prendano posizione sulla realizzazione degli stadi della Roma e della Lazio, senza uno straccio di ragionamento urbanistico: fabbisogno reale e impatto ambientale. Nessuno ragiona sulla domanda di stadi per la Capitale e per i cittadini, ci si schiera a favore dell’uno per averne la compiacenza e a favore dell’altro per motivi simmetrici.
La potremmo chiamare ‘la guerra degli stadi’ o, meglio dei titolari di interessi legati agli stadi. Una sorta di accaparramento di poteri economici uno per ogni candidato potenziale. Meno male che non sono usciti altri proprietari terrieri con la mania degli stadi, altrimenti avremmo dovuto costringere fisicamente tutti i romani a iscriversi alle scuole di calcio. Roba da far impallidire il ventennio…Tutti all’adunata per esercizi ginnici e salto nel cerchio di fuoco. Gli stadi esistenti in questo momento sono due, ma pare non vadano bene, quelli sul trampolino di lancio sarebbero due… Quattro stadi per Roma! Non è il titolo di un film comico ma un melodramma che dimostra la persistente subalternità della politica ai poteri economici che non sono interessati agli stadi ma ai milioni di metri cubi che vorrebbero realizzarvi intorno. Per questo l’Olimpico e il Flaminio non vanno bene. Alla faccia di Mafia Capitale, scaturita da una certa leggerezza di rapporti tra la politica e alcuni interessi imprenditoriali. Oltretutto pari a un millesimo di quelli citati.

Ribadisco che il calcolo sul fabbisogno di stadi non lo fanno le società di calcio, né lo faccio io. Ci sono professionalità che hanno studiato per mettere insieme domanda e offerta, di case, servizi, impianti sportivi. Occorre innanzitutto partire da lì. Una volta accertato che Roma ha bisogno di 10 stadi ci sono i pianificatori che incrociano i dati su infrastrutture esistenti, trasporti, parcheggi, aree di esondazione, costi di adeguamento, impatto ambientale. Tutte questioni che ovviamente non possono e non devono essere valutate dai proprietari dei terreni. No?
Rispetto agli stadi attuali ci possono essere ancora diverse soluzioni, l’importante è che vengano trattate contestualmente alla vicenda dei nuovi stadi. Il Flaminio si deve ristrutturare e mettere a norma, demolire o lasciare in stato d’abbandono? Ci deve andare il rugby, il calcio, entrambi o cosa?
L’Olimpico deve restare lo stadio dell’atletica leggera, ci si deve continuare a ospitare le grandi partite di calcio o cmq serve ristrutturarlo per accorciare la distanza tra atleti e pubblico? Perché si può fare tutto, BASTA CHE NON SI PARLI DI UN OGGETTO SENZA COLLEGARLO CON IL TUTTO.
I tifosi sono giustificati a pensare a una cosa soltanto (anche se sono cittadini oltre che tifosi) ma non chi governa la città che deve avere una visione e tenere insieme gli interessi di tutti, tifosi, cittadini, imprenditori, decidendo a tutela solo di Roma. Di nessun altro.
Quindi chi vorrebbe fare il sindaco non ci deve parlare solo del nuovo stadio per fare contenti i tifosi, ma ci deve dire nel dettaglio cosa ne sarà di quelli esistenti e come si interfaccerà con il Coni per garantire che vengano strappati ad un sicuro degrado.

Voglio solo aggiungere questo: niente è impossibile in architettura e ingegneria. Si può fare tutto, davvero tutto.
Quello che non è accettabile è parlare di uno stadio senza avere cura del riordino di tutta l’impiantistica sportiva, a maggior ragione in presenza della candidatura olimpica di Roma.

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Redazione

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