Stadi: per riammodernare quelli della serie A servono 1,67 mld
Nel settore dell’impiantistica sportiva la parola d’ordine è “rigenerare”, senza consumare ulteriore suolo urbano. (sommarietto)
Sempre più si tende ad affidare il futuro delle società di calcio a stadi di proprietà moderni, ma realizzati senza “consumare” nuovo suolo, ripartendo dalle ceneri di vecchi impianti. E’ l’ultima tendenza che arriva dall’Europa e che ha trovato, quasi cinque anni fa, nello Juventus stadium di Torino un esempio concreto in ambito tricolore (le fondamenta sono quelle del vecchio Delle Alpi). Modello seguito quest’anno anche dall’Udinese con la Dacia Arena-stadio Friuli (35 milioni di euro di budget), e, in misura minore, come tipologia di interventi, dal Mapei stadium (10 milioni), dove gioca il Sassuolo calcio.
Nella realizzazione di nuovi stadi l’opzione demolizione e ricostruzione, molto utilizzata all’estero, non trova ancora molto spazio nella progettualità del calcio italiano.
A Londra il nuovo stadio Wembley, progettato da Norman Foster (con una spesa “monstre” di 918 milioni di euro), è nato sul sito di un tempio del calcio demolito nel 2003. A Madrid il nuovo stadio dell’Atletico, disegnato dallo studio Cruz Y Ortiz, nascerà sul sito del vecchio stadio Olimpico conosciuto come «La Peineta», inaugurato nel 1994 come impianto di atletica. L’arena destinata a sostituire il «Vicente Calderon» dovrebbe essere terminata l’anno prossimo, innestandosi in parte sulle strutture in calcestruzzo del vecchio impianto. Il nuovo impianto dell’Atletico sarà uno stadio da 73 mila posti (al momento ne ha 20.000), ubicato nella zona sud-occidentale della città. Lo stadio sarà servito dalla metro con fermata “Estadio Olimpico”, una fermata che verrà rivisitata per il transito di almeno 20.000 persone ogni 30 minuti. L’area dei parcheggi verrà invece ampliata fino a 88.000 metri quadrati, per garantire circa 3.000 parcheggi. Lo stadio prevede una copertura totale dell’impianto con la tribuna centrale, già preesistente, che sarà più alta rispetto al resto dell’impianto (il cui costo sarà di 150 milioni di euro).
Tutte operazioni che hanno, tra l’altro, un positivo impatto eco-ambientale e che partono dall’idea di riammodernare strutture esistenti, senza intervenire sui territori di riferimento con nuove cementificazioni.
Fino ad oggi la legge Stadi (prevista dai commi 304-305 articolo 1, della legge di Stabilità 2014) non ha dato i risultati che tutti gli addetti ai lavori si aspettavano.
Secondo le stime dell’Istituto per il credito sportivo per ammodernare gli impianti italiani della serie A servirebbe una spesa minima di 1,67 miliardi di euro. Cifra che potrebbe trovare una sua destinazione finale, partendo da progetti di project-financing con l’ausilio di imprenditori privati.
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