Il medagliere di Rio bussola di orientamento per i Comitati olimpici
Come ci eravamo ripromessi, diamo, al termine dei Giochi Olimpici, una nostra lettura di quanto accaduto nelle due settimane di competizioni, tra l’altro a poche ore dall’inizio delle Paralimpiadi di Rio (7-18 settembre 2016).
Il dato principale utilizzato è il medagliere anche se, come abbiamo già detto più volte, a nostro parere sarebbe più significativo prendere come riferimento una classifica che tenga conto dei piazzamenti nei primi otto posti.
Avevamo iniziato il nostro “OSSERVATORIO” dando i ”NUMERI DEL PASSATO”. Ora anche RIO è passato e quindi va inserito.
I piazzamenti nel Medagliere delle ultime edizioni dei Giochi dell’Olimpiade di: Cina, Australia e Gran Bretagna (grafico 1)
Possiamo osservare due andamenti del grafico prevedibili: Cina ed Australia, ed uno non prevedibile: Gran Bretagna.
Per i primi due, il calo delle medaglie vinte a Rio de Janeiro rispetto a Londra è molto probabilmente dovuto ad un ulteriore livellamento delle effettive potenzialità sportive dei due Paesi, dovuto alla progressiva diminuzione della spinta economica/organizzativa applicata nei Giochi casalinghi.
I risultati della Gran Bretagna sono definiti “non prevedibili” perché negli ultimi 50 anni di eventi Olimpici non era mai successo che un Paese organizzatore confermasse o, addirittura, migliorasse nell’edizione successiva il numero di medaglie vinte. Ad onor del vero un precedente da assimilare c’è: il Giappone che riuscì a ripetere il piazzamento nel medagliere dei Giochi di Tokio 1964 nella successiva edizione di Mexico 1968, ma con un numero inferiore di medaglie. Dobbiamo anche evidenziare che, sempre il Giappone, riuscì a mantenere questo trend per ben 5 edizioni dei Giochi. Ogni riferimento alla Gran Bretagna è chiaramente voluto.
L’opinione più gettonata dagli addetti ai lavori attribuisce il successo della Gran Bretagna al “TIPO DI IMPOSTAZIONE ECONOMICA/ORGANIZZATIVA” che questo Paese si è dato da qualche anno.
Proviamo a porci qualche domanda osservando il solito medagliere, questa volta per disciplina.
Il Ciclismo, la Canoa e l’hockey su prato hanno vinto lo stesso numero di medaglie di Londra 2012; l’Atletica, la Ginnastica, il Nuoto ed i Tuffi sono migliorate; tutte le altre hanno fatto dei passi indietro. Ci sono anche da osservare le due medaglie “PESANTI” vinte nelle uniche due nuove discipline: il Golf e il Rugby a 7.
A questo proposito ricordiamo che a Tokio 2020 ci saranno ben cinque nuove discipline.
Da questa osservazione cosa possiamo osservare ed ipotizzare?
- Le discipline che hanno confermato i risultati, e che rappresentano il 26% del totale, sono sicuramente fortemente radicate in Gran Bretagna, come Scherma e Tiro lo sono in Italia o anche Lotta e Judo lo sono in Giappone (il 49% del medagliere nipponico proviene da queste due discipline).
- Le discipline che hanno migliorato hanno avuto bisogno di un maggior tempo per poter arrivare al vertice. C’è sicuramente stata una adeguata spinta per la scelta delle due nuove discipline disputate a Rio. Sarebbe anche interessante analizzare quanti tra gli atleti medagliati a Rio sono gli stessi di Londra 2012, qual è l’età media degli atleti, quanti sono gli “esordienti” di Londra che si sono ripresentati a Rio e qual è la composizione della squadra suddivisa per livello di esperienza. Ci proponiamo di trovare questi dati per poi poterli confrontare con i nostri. Ad esempio a Londra 2012 “gli esordienti” della squadra Italiana (cioè alla prima esperienza olimpica) erano 163, di questi, uno più uno meno, 77 sono andati a Rio: all’appello ne mancano 86 A Rio gli “esordienti” azzurri sono stati oltre 170, con ottimi risultati.
IL BRASILE (grafico 2)
Come si era percepito, il miglioramento nel medagliere c’è stato: dalla 22a posizione con 3-5-9 alla 13a posizione con 7-6-6. Due sole medaglie in più anche se più “pesanti”. Ci sentiamo di dire che l’oro nel Calcio, nella Pallavolo e nel Beach Volley siano stati molto aiutati dal pubblico amico.
USA, GERMANIA e RUSSIA (grafico 3)
Anche in questo grafico rileviamo un dato ”normale” e due “anomali”. Quello normale riguarda la Germania. I due anomali Usa e Russia.
L’analisi a prima vista sembra semplice: il consolidamento del potenziale sportivo della Germania, intorno alle 40 medaglie; .il calo vistoso della RUSSIA dovuto, anche, alle note vicende con esclusione dai Giochi; l’incremento, altrettanto significativo, del medagliere USA. Quest’ultimo, 121 medaglie, è composto per il 64% da sole TRE discipline, Atletica, Nuoto e Ginnastica (se ci limitiamo alle prime due siamo al 54% del totale medaglie). L’impressione è che gran parte del miglioramento sia dovuto all’assenza della squadra russa di Atletica, che vinse 18 medaglie a Londra 2012.
ITALIA, FRANCIA e COREA DEL SUD (grafico4)
In questo grafico, aggiornato rispetto a quello realizzato prima di Rio, possiamo vedere e confermare quanto avevamo già osservato.
La Francia: 7a a Londra con 11-11-12 e 7a a RIO con 10-18-4: otto medaglie totali in più ed un oro in meno.
La Corea del Sud ha fatto un passo indietro passando dal 5° posto di Londra all’8° posto di Rio con sette medaglie in meno, ma ci rimane davanti lo stesso.
L’Italia ha mantenuto la posizione nel medagliere, il numero di medaglie d’oro ed il numero di medaglie totali, anche se di maggior valore.
La nuova arrivata nelle nostre osservazioni è la situazione del GIAPPONE che si appresta ad ospitare i Giochi del 2020.
Grafico 5
E’ fuor di dubbio che il Giappone sia un Paese ai vertici dell’attività sportiva e che in funzione dei “propri” Giochi si stia organizzando al meglio in molte discipline, oltre a quelle che sostengono il suo attuale medagliere (per il 49% lotta e judo). Lo dimostra non solo il fatto di essere salito dal 11° posto di Londra al 6° di Rio, ma anche il fatto che sia a Londra con la partecipazione a 29 discipline sia a RIO a 30 discipline sia uno dei Paesi con la più alta rappresentanza.
Gruppo di lavoro dell’ACCADEMIA MAESTRI DELLO SPORT (ANMS)
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