Paolo Barelli (FIN) si conferma Re delle piscine con 13.831 voti. Quinto mandato consecutivo
(di Gianni Bondini)* – Tutto secondo previsioni, persino con un accenno di “pacificazione”. Paolo Barelli, dimissionato dalla Giunta del Coni, è stato rieletto per la quinta volta presidente del nuoto. Ha riscosso oggi pomeriggio il consenso di oltre l’83 per cento degli elettori presenti e plaudenti allo Sherathon Parco dè Medici di Roma.
Barelli ha trovato nell’urna ben 13.831 voti contro quei 2.158 del suo sfidante , Alessandro Valentini, che dall’inizio ha capito che non ce l’avrebbe fatta neanche a scalfire l’immagine del presidente Fin e ha ripetuto per tre volte “so che perderò”. Puntualmente accontentato dagli elettori. Mentre per Barelli applausi e abbracci. E il nuovo e vecchio re delle piscine è stato talmente accorto da non farsi trascinare in pericolose uscite verso il vertice del Coni.
Ad ascoltare i toni misurati del presidente del nuoto rieletto ma sub-judice c’era il capo dello staff di Malagò, l’avvocato Francesco Soro. Mentre è sub judice questa stessa elezione davanti al Collegio di Garanzia per il ricorso di Barelli alla giustizia amministrativa, che lo sport considera violazione della “clausola compromissoria”.
Barelli e Soro non si sono ignorati. Anzi hanno colto l’occasione per cercare una non facile conciliazione (per l’orgoglio di entrambi), ma il presidente del Coni, direbbero i padri del diritto e anche del rovescio è “il primus inter pares”.
“Da parte del sottoscritto non c’è opposizione alla presidenza di Malagò”, chiarisce Barelli alle domande del suo interlocutore con Soro. La parola esatta è “avverso a Malagò“, ma è un parlare da notaio.
“Malagò -r iprende Barelli- ha vinto legittimamente l’elezione di quattro anni fa al vertice del Coni. Dal primo momento ha ricevuto totale rispetto da parte mia e di questa Federazione. Voglio sottolineare che non ci siamo svegliati un giorno e abbiamo cominciato a menare fendenti, ci siamo difesi da un’accusa molto grave di truffa aggravata. Io e la Fin chiediamo solo di essere garantiti dal fatto che nessuno, senza avere prove e fare approfondimenti, possa accusarci di truffa aggravata».
L’avvocato Soro chiarisce con diplomazia: «Da parte dell’ufficio legale del Coni, posso garantire, non c’è nessuna volontà persecutoria. Speriamo proprio che si trovi una soluzione e le cose si mettano a posto nel più breve tempo possibile».
Intanto c’è un nome illustre che non ce l’ha fatta ad entrare nel Consiglio Federale del nuoto. E’ Novella Calligaris che ha riscosso qualche voto in più dello sfidante di Barelli (per l’esattezza 3.752) ma distaccatissima dall’ultimo dei consiglieri del nuoto eletti (co 7014 voti). Per cui Barelli gode anche di tutti i consiglieri della sua squadra.
Chi non ha squadra ma vuole dettare legge allo sport è la sindaca Virginia Raggi, che incassa “legnate” dal Papa e dal Premier, per la sua silente ostinazione a voler spettacolizzare il suo “No” alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Per far contento Grillo e i grillini più affezionati. Dai rumour capitolini, prende sempre più forma un pronunciamento della sindaca per il “NO” a qualsiasi proposito olimpico. Da pronunciare sotto la scala incompiuta dell’architetto spagnolo Calatrava a Tor Vergata. Ben pagata inutilmente, ma quando la candidatura olimpica non era di Malagò e nessuno aveva minimamente promesso (come ora) che i cittadini romani non avrebbero sborsato neanche un euro e per i loro figli poteva toccare uno dei tantissimi posti di lavoro, non stabili ma comunque “da avercene” o no?
Presenti oggi a Roma tutte le più importanti società di nuoto tricolori, con una forte preponderanza di quelle legate al territorio capitolino, a partire dalla SS Lazio nuoto (nella foto una immagine di una partita della sezione pallanuoto) del presidente Massimo Moroli e del vicepresidente, l’avvocato Renato Siniscalchi.
- scrittore e giornalista sportivo romano
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