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Salviamo il Museo Campano di Capua e le Matres Matutae

(di Marcel Vulpis) Quando chiude o rischia di chiudere un museo, a perdere è l’intera società, perché si perde un pezzo di storia e di umanità. Non capirlo è ancora più grave della possibile chiusura. Parliamo del Museo Campano di Capua, che, come direttore dell’agenzia Sporteconomy, ho visitato personalmente “adottando” una delle statue ribattezzate come Matres Matutae e che oggi sono patrimonio dell’umanità oltre che del nostro Paese. Come agenzia ci batteremo in tutte le sedi e saremo sempre a supporto sia di Pasquale Iorio (le Piazze del Sapere) sia del presidente Andrea Vinciguerra che da tempo si batte per difendere sia la collezione di statue in oggetto sia il Museo Campano di Capua, che rischia di chiudere perché sotto la direzione della provincia di Caserta, che come ogni ente provinciale in Italia sta perdendo funzione e potere di indirizzo.

Nei prossimi mesi, insieme con una federazione sportiva nazionale, collegata ad una disciplina olimpica (tra le più seguite a livello tv durante i Giochi), ideeremo una iniziativa speciale proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa dell’associazione “Le Piazze del Sapere” guidata dal capuano doc Pasquale Iorio.

Nelle Matres le radici del futuro. Salviamo il Museo campano.

In questi giorni è veramente triste vedere come si sta consumando la lenta agonia del Museo Campano, un gioiello della cultura occidentale, definito dal grande archeologo Maiuri “Il Monumento più insigne della civiltà italica in Campania”. Fa impressione vedere già chiuso il portale principale, per cui non è possibile l’accesso diretto al cortile dove spicca l’epigrafe di T. Mommsen, con la statua del Dio Volturno e tante altre testimonianze archeologiche dell’antichità. Da tempo i visitatori e gli studiosi non possono più usufruire della prestigiosa biblioteca storica e della ricca emeroteca. Il personale ormai è ridotto a poche unità, spesso non vengono garantiti nemmeno i fondamentali servizi di manutenzione. E ciò avviene in una città dalla storia millenaria che ora è rimasta senza una biblioteca pubblica, senza luoghi di socialità culturale (dopo la chiusura di Ex Libris): in preda ad una vera e forma di desertificazione della conoscenza.

Nonostante la mobilitazione e le iniziative che da oltre un anno stanno portando avanti le associazioni ed i cittadini più consapevoli (a partire dalla raccolta di migliaia di firme promosso con una appello dai volontari del TCI fino al progetto “Adotta una madre”), che cercano di mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica su questo scempio.

Già abbiamo assistito ad una prima vittima sacrificale con lo smantellamento del Polo Culturale di Villa Vitrone, che prima ospitava il Museo dello Sport, quello dedicato ad A. Olivetti e la biblioteca storica di Terra di Lavoro. Ed ora viene ridotto a condominio per uso privato.

In questo modo stanno scomparendo alcuni pezzi pregiati del nostro patrimonio culturale, della nostra identità e memoria storica. E ciò avviene nonostante la definizione da parte della Regione Campania del Polo Museale di Terra di Lavoro.

A seguito di una riforma sgangherata delle vecchie province – in nome della cosiddetta spending revue – si stanno smantellando interi settori del nostro stato sociale. Ma non meno pesanti sono le responsabilità delle classi politiche e dei governanti, a partire dal Sindaco e dal Consiglio Comunale di Capua, che continua ad assistere impotente a questo scippo, senza nemmeno riuscire a convocare una seduta straordinaria – come richiesto da più parti, in primo luogo con un dettagliato documento delle associazioni giovanili e socio-culturali. Ancora più deprimente e disarmante è lo spettacolo di inettitudine offerto dall’Ente Provincia, che ancora rimane titolare della gestione del monumento. Infine, la Regione Campania ed il Mibact continuano a rimballarsi le responsabilità, invece di impegnarsi e contribuire a definire una adeguata soluzione tecnica ed istituzionale di governance.

Di fonte a questa assurda situazione, come rete di associazioni abbiamo deciso di rilanciare l’iniziativa per il futuro del Museo Campano, a partire da una grande mostra di mailing art ed esposizione delle centinaia di opere che ci sono giunte da tutto il mondo, in omaggio alle Madri. Organizzeremo a breve un evento nella Biblioteca Diocesana di Caserta per coinvolgere l’intera Provincia, a partire dall’Università L. Vanvitelli fino al nuovo Presidente di Confindustria, e tante altre personalità del mondo del sapere e del lavoro. Ma non basta. Nei prossimi giorni lanceremo la proposta di costruire una rete con una APS certificata: “Forum delle Madri. Amici del Museo Campano”, così come avviene a livello europeo per i grandi attrattori turistici, a partire dalla Reggia Vanvitelliana. Infine, in collaborazione con Agenda 21 sottoporremo ai vari enti ed istituzioni un progetto di valorizzazione e sostenibilità del Museo all’interno di itinerari turistici e del polo museale dell’Appia Antica, in stretta connessione con il grande attrattore reggia Vanvitelliana e gli altri siti reali (patrimonio dell’umanità).

Per questa ragione dalle pagine web di questa agenzia abbiamo deciso di promuovere questa petizione della piattaforma Change.org per la salvaguardia di questa importante area museale campana. 

https://www.change.org/p/mibact-sottosegretario-antimo-cesaro-salviamo-il-museo-campano-di-capua?recruiter=65406505&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive

 

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Marcel Vulpis

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