Forza Italia come AC Milan: c’è scarsa liquidità nelle casse. E all’orizzonte non ci sono neppure i cinesi
Le casse di Forza Italia (partito fondato e guidato da Silvio Berlusconi) soffrono la crisi. Chi non continuerà a pagare tra i parlamentari non verrà candidato alle prossime politiche (previste non oltre per il febbraio/marzo 2018)
Il meeting politico svoltosi a Palazzo Grazioli lo scorso 3 marzo ha toccato come tema anche la situazione finanziaria del partito: 32 parlamentari non hanno
neanche risposto alle sollecitazioni a pagare le quote spettanti. I vertici di FI hanno inviato diversi giorni fa anche una lettera ’ad personam’ ricordando agli insolventi che perdurando questa situazione non saranno più candidati, né invitati al Consiglio nazionale che si terra’ il 30 marzo.
“Ma sono poveri?”. E’ la domanda (forse anche un minimo ironica) che l’ex premier ha fatto a chi ricordava alcuni nomi dell’elenco in possesso del
tesoriere. A chi ha proposto uno sconto del 20% agli inadempienti il Cavaliere ha replicato con durezza: chi non è in regola non solo decadrà dagli incarichi
(una parte dei consiglieri regionali non si è neanche iscritta a FI) è fuori dal partito.
E’ tempo di crisi quindi anche per i parlamentari di Forza Italia, ma l’invito a pagare è il chiaro segnale di una mancanza di liquidità nelle casse del partito, e questo in vista delle prossime politiche (che sarà una tornata elettorale molto dispendiosa) non è un bel segnale. Anche perché Berlusconi non vuole in alcun modo continuare a pagare per tutti. Siamo all’auto-finanziamento come nel Milan di Adriano Galliani. Peccato che nel caso di Forza Italia non ci siano neppure all’orizzonte le ombre dei finanziatori cinesi (sempre che riescano tra meno di un mese a pagare i restanti 320 milioni di euro per l’acquisizione del gruppo di AC Milan da parte della holding Fininvest).
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