Lotti (minSport) sotto attacco delle opposizioni sul caso CONSIP
Parte il toto-sfiducia sul caso Lotti (minSport del governo Gentiloni). Animi sereni nel Partito democratico, si legge sull’Ansa, alla vigilia del voto del Senato sulla mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle al ministro dello Sport, Luca Lotti. “I numeri dicono che quella mozione non ha alcuna possibilità di passare”, sottolinea un esponente di primo piano del Nazareno, “siamo tranquillissimi”.
Stando a quanto dichiarato, a votare la mozione grillina saranno Cinque Stelle, Lega Nord e Sinistra Italiana, più i voti di alcuni gruppi minori. I sì alla sfiducia, quindi, dovrebbero attestarsi intorno agli 80-85 voti. Mentre la mozione dovrebbe essere bocciata da almeno 148 voti, che potrebbero salire a 164 considerando i 16 voti dei verdiniani. Sulla carta infatti, su 315 senatori, voteranno contro la mozione di sfiducia dei Cinque Stelle i 98 del Partito Democratico, i 27 di Ap, e 15 senatori delle Autonomie (nel calcolo vengono tenuti fuori i senatori a vita iscritti in questo gruppo). In totale 140 senatori. A questi, però, secondo i calcoli che fa il Pd al Senato, si vanno ad aggiungere 3 voti di Gal e 5 voti del Gruppo Misto.
Voteranno invece sì alla mozione di sfiducia i 43 senatori dei Cinque Stelle, i 12 della Lega e gli otto di Sinistra Italiana, a cui si dovrebbero aggiungere i voti favorevoli dei 9 senatori Cor, 11 Gal e altri 9 senatori del Gruppo Misto: in tutto 84 senatori. Dunque, se domani questi pronostici dovessero essere confermati, e salvo sorprese dell’ultimo minuto ed assenze ‘strategiche’, il ministro Lotti non avrà nulla da temere. Tanto più dopo che Forza Italia, MDP, e anche i tre senatori dell’Idv hanno annunciato che non parteciperanno al voto. Ma il voto di domani sembra destinato a non archiviare le polemiche politiche sul caso Consip.
MDP è intervenuta nella vicenda con una propria mozione di sfiducia in cui si denuncia, tra l’altro, “il familismo” sotteso al caso Consip: “Spero che la nostra mozione sia calendarizzata al più presto”, dice Roberto Speranza. “Non dire sì alla mozione dei grillini non vuol dire che il problema non esiste. C’e’ ancora un tratto di familismo che ricompare nella storia italiana, questo è un punto su cui non si può fare finta di nulla”.
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