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Il Governo cinese blocca gli investimenti folli nel calcio europeo

Di recente Nicholas Gineprini sul Blog “CalcioCina” ha spiegato, con dovizia di particolari, gli effetti futuri del nuovo provvedimento del Governo cinese sul tema degli investimenti economici all’estero, con focus sul mondo del calcio europeo. Di seguito il suo intervento. 

Come annunciato nei mesi scorsi, gli investimenti di gruppi cinesi per quanto riguarda le acquisizioni di club calcistici saranno molto più difficili. Il governo centrale della Rep. popolare cinese ha varato ufficialmente la nuova normativa che regolamenta gli investimenti all’estero di soggetti residenti in Cina volta a ridurre l’esportazione di capitali verso settori non considerati più strategici e a sostenere l’economia nazionale.

Le tipologie di investimenti sono state divise in tre settori, quelli proibiti, che possono mettere a rischio gli interessi nazionali e la sicurezza della Cina, compresa la produzione di tecnologia e prodotti militari non autorizzati, gioco d’azzardo, pornografia e altri prodotti e tecnologie proibiti.

Gli investimenti incoraggiati riguardano le iniziative infrastrutturali che rientrano nel disegno della “One Belt One Road” (la Nuova Via della Seta è un’iniziativa strategica della Cina per il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra paesi nell’Eurasia) e nella ricerca di know-how nel settore high tech ed energetico.

Gli investimenti ristretti, nei quali la stretta del Governo sarà molto forte riguardano invece il settore dell’entertainment: acquisizione di hotel, investimenti in Studios Cinematografici e acquisizione di club di calcio.

Per quanto riguarda il settore sportivi, vi sono delle considerazioni da fare: innanzitutto il provvedimento varato dal governo centrale riguarda solamente, come riportato a inizio articolo, gli investimenti all’estero di soggetti residenti in Cina, una postilla non irrilevante che potrebbe essere utilizzata per aggirare l’ostacolo con società di prestanome, in secondo luogo, va comunque chiarito se le limitazioni varate oggi dal governo varranno anche sui futuri apporti di capitale da parte delle proprietà cinesi di club europei.

In tal senso, se davvero esistono i fondi congelati in Cina dei presunti soci di Yonghong Li, questi rimarrebbero bloccati ancora a lungo.

foto tratta dal web – Il nuovo presidente del CdA del gruppo AC Milan, Yonghong Li (al centro della foto) – accanto a destra all’AD Marco Fassone

Quali saranno le conseguenze di questi nuovi provvedimenti governativi? Ad oggi vi sono 29 club nel mondo di proprietà cinese, e per molto tempo è lecito aspettarsi che questa cifra non varierà per molto tempo. Questo non significa che i rapporti fra il calcio cinese e quello europeo sono finiti, basti pensare alla Germania.

Il Paese tedesco non annovera alcun club con partecipazioni cinesi, eppure fra le varie squadre sono state siglate varie partnership (Liaoning-Koln FC, Beijing Enterprises-Eintracht Frankfurt ecc…), le quali hanno lo scopo, da una parte di collaborare in progetti di formazione e acquisizione del know how in ambito calcistico, dall’altra l’espansione del brand dei vari club e del calcio tedesco in generale in un mercato che sta dando tantissimo alla Bundesliga.

In sostanza, la Cina ha detto basta agli investimenti irrazionali nel calcio al fine di tamponare l’emorragia di capitali ed evitare lo scoppio di una bolla che avrebbe messo in ginocchio l’intero sistema, questo non significa che la Cina ha detto basta al calcio. Lo sviluppo infrastrutturale, i progetti riguardanti il calcio giovanile e le interazioni con le varie Federazioni in giro per il mondo (non ancora quella italiana), continuano ad essere più forti che mai. Tornando alla Germania, due giorni fa è stato ufficializzato il progetto che porterà una rappresentativa U20 cinese a giocare nel campionato di quarta divisione tedesca.

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Redazione

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