Merchandising: la serie A supera La Liga e la Premiership inglese
(di Andrea Ranaldo)* – Gli amanti del calcio non possono non essere attratti dal “muro giallo” dei tifosi del Borussia Dortmund, o dal rosso fuoco sprigionato dalla curva “Kop” del Liverpool. Immagini che denotano attaccamento alla maglia e senso di appartenenza, ma che, purtroppo, raramente abbiamo la possibilità di ammirare nei nostri stadi.
A darci una possibile motivazione è uno studio effettuato dall’agenzia di ticketing Ticketgum.com sul costo delle divise ufficiali dei maggiori team europei.
LO STUDIO. Per la sua ricerca l’agenzia ha preso in considerazione i prezzi fissati per le casacche da gioco 2017/2018 dalle prime 12 classificate della passata stagione rispettivamente in Serie A, Premier League, Liga, Ligue 1 e Bundesliga.
Dati alla mano, si evince come in Italia le divise sportive siano sempre di più un bene di lusso: a dominare la classifica sono AC Milan e Juventus FC, le cui casacche partono da 90€. La Serie A si attesta su una media di 80€, seconda solo alla Ligue 1, che deve la propria leadership al Monaco e alla sua “principesca” maglietta da 95€.
A sorprendere, in positivo, è la Premier League: accaparrarsi la divisa di un top team come il Manchester United costa solo 66€, per una media nazionale di 60€. Una politica aggressiva di marketing che punta sulla quantità, e che è condivisa anche dalle grandi di Spagna Real Madrid e Barcellona, le cui divise si attestano sui 70€.
Una differenza sostanziale con i prezzi del nostro Paese, ulteriormente enfatizzata se si considera il potere d’acquisto della popolazione inglese rispetto agli standard italiani.
LA PIAGA DELLA CONTRAFFAZIONE. Non è un caso, quindi, che il mercato delle divise sportive contraffatte abbia in Italia uno dei suoi lidi più fiorenti. Negli ultimi 18 mesi la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 3 milioni di pezzi tra magliette, scarpe e accessori collegati al mondo del calcio.
Le Fiamme Gialle, di intesa con club e sponsor, sono ora pronte ad alzare il livello nella lotta alla contraffazione e all’abusivismo commerciale, i cui danni per il settore sono quantificati da un recente studio dell’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO): in Europa l’industria legittima perde ogni anno circa 500 milioni di euro di entrate, per una percentuale pari al 6,5% delle vendite totali. Ciò si traduce in perdite di posti di lavoro per circa 2800 unità.
NEYMAR E PAULINHO: BRASILIANI AGLI ANTIPODI. Il passaggio di Neymar dal Barcellona al Paris Saint Germain per 222 milioni di euro è stato senza dubbio il colpo di mercato dell’estate, e la Neymar-mania ha letteralmente scatenato i tifosi parigini. Nel solo giorno del suo arrivo, il club francese ha venduto 10 mila magliette del brasiliano, un trend che nelle ultime settimane è andato ad affievolirsi solamente per via di problemi legati alle scorte: la Nike non era infatti preparata a un simile boom di vendite, e lo stesso Presidente del club Nasser Al-Khelaïfi ha ammesso come al momento ci siano difficoltà nell’accontentare l’enorme mole di richieste.
Lo stesso destino non è toccato a un altro brasiliano, Paulinho: prelevato dalla squadra cinese del Guangzhou per 40 milioni di euro, il neo acquisto del Barcellona non ha ancora fatto breccia nel cuore dei tifosi blaugrana. A fare scalpore è stato il clamoroso flop della sua maglietta: nel giorno dell’annuncio del suo ingaggio, gli store ufficiali gestiti del club catalano hanno infatti venduto una sola divisa con il suo nome.
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