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VAR: luci e ombre dell’innovazione tecnologica dell’anno

(di Andrea Ranaldo) – Un curioso gioco del destino, che il sogno di Aldo Biscardi (ideatore del format nazional-popolare conosciuto come “Il Processo del Lunedì”) sia diventato realtà proprio nell’anno della sua scomparsa: il VAR (Video Assistant Referee) ha infatti molto della sua celebre “Moviola in Campo”, e a distanza di due mesi dalla sua introduzione si inasprisce il dibattito tra chi ritiene necessario l’utilizzo della tecnologia, e chi, invece, rimane un amante di un calcio sì più fallace, ma anche più genuino.

Serie A e Bundesliga sono gli unici due campionati europei di prima fascia ad essersi proposti per sperimentare il VAR, e il risultato, ad oggi, presenta sia luci che ombre.

BUNDESLIGA, COSÌ NON VAR

In Germania è bufera: il responsabile del VAR, Helmut Krug da Gelsenkirchen, è stato sollevato dall’incarico, dopo che, nel corso dell’incontro tra Schalke04 e Wolfsburg, avrebbe scavalcato le decisioni del VAR designato, Marco Fritz, per favorire la squadra della sua città. Una simile ingerenza è stata possibile perché, a differenza dell’Italia, la DFL (Deutsche Fussball Liga), l’equivalente della Lega Serie A) ha previsto che vi sia un unico responsabile con il potere di intervenire in maniera inappellabile su tutte le partite: una decisione su cui è probabile un ripensamento in vista dell’eventuale, ma non scontata, conferma della tecnologia nella prossima stagione.

Nonostante le smentite di rito da parte della DFL, ad oggi non sono ancora state comunicate le ragioni ufficiali dell’allontanamento di Krug. Dal canto suo, il nuovo responsabile, Lutz-Michael Fröhlic, ha subito annunciato cambiamenti: ci saranno due arbitri video in ogni partita, e non uno come ora; inoltre, gli episodi controversi dovranno essere mostrati sui maxi schermi degli stadi per una maggiore trasparenza. La Germania concede così una seconda chance al VAR, ma se terminasse oggi il campionato, l’esperimento sarebbe etichettato come un totale fallimento, sia dai giocatori che dai tifosi.

TAVECCHIO E MALAGÒ: “IL VAR È IL FUTURO DEL CALCIO”

Una tecnologia da affinare, ma che rappresenta il futuro del calcio. È questo, in sintesi, il pensiero delle due figure sportive e istituzionali più importanti d’Italia, vale a dire il presidente del CONI Giovanni Malagò e quello della FIGC Carlo Tavecchio. Pur riconoscendone le lacune, dunque, l’Italia non sembra intenzionata a ritornare sui suoi passi.

Effettivamente, rispetto alla Germania la situazione in Serie A è al momento più rosea: grazie alla tecnologia, molte decisioni dubbie sono state riformate, eliminando l’errore alla radice.
Tuttavia, è innegabile che vi siano ancora dei limiti: ad oggi, abbiamo assistito a interminabili interruzioni in attesa del verdetto definitivo, come nel caso del rigore in Inter-Spal del 10 settembre scorso, concesso ai nerazzurri dopo ben 6 minuti.

O ancora, si sono scatenate polemiche per uno sfruttamento del VAR non conforme tra una gara e l’altra, e questa alternanza tra abuso e disuso ha finito per creare “figli e figliastri”.

In ultima istanza, bisogna sottolineare come dietro al VAR ci siano comunque degli uomini: ecco perché non è esente da abbagli clamorosi, come nel caso del rigore concesso al Genoa in Genoa-Juventus, dove il fallo era sì netto, ma viziato dalla precedente posizione di fuorigioco di un attaccante atterrato in area.

KHEDIRA: “NON SAPPIAMO PIÙ SE FESTEGGIARE UN GOL”

Sami Khedira, centrocampista tedesco in forza alla Juventus, entra a gamba tesa sul VAR, toccando, probabilmente, la nota più dolente in assoluto: “Il calcio è emozione, l’errore fa parte del gioco. Se possiamo evitare degli errori, bene, ma oggi i giocatori non sanno più se festeggiare o meno un gol, si perde molta passione ed emozione, che sono il sale del calcio. Se si regola chiaramente l’uso del Var ok, ma quando si ferma una partita per tre minuti noi giocatori restiamo lì a non fare niente, a chiederci come gestire queste situazioni e tutto questo uccide il calcio“.

Parole che arrivano da un campione del mondo che ha militato nei più importanti campionati e team europei, e che dovrebbero fare riflettere sui possibili accorgimenti che potrebbero perfezionare una tecnologia sicuramente utile, ma ancora molto acerba.

 

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