Autodromo di Monza-F1: ma non era tutto Ok?
Nuovo dietro le quinte sul tema della politica sportiva (e non solo) del portale SkeetGp dedicato al mondo dei motorsports.
Dopo la “santa alleanza” tra regione Lombardia (alla presenza dell’allora governatore Roberto Maroni) e Autodromo di Monza (senza dimenticare il supporto del governo Renzi), firmata nel novembre 2016, con l’obiettivo di salvare l’unico appuntamento italiano nel calendario di F.1 (per tre anni, fino al 2019, erano stati promessi 68 milioni di euro), adesso si torna a parlare dell’impianto brianzolo nuovamente alla ricerca di un suo equilibrio o quantomeno di stabilità, per progettare un rilancio nei prossimi anni. E, ancora una volta, a causa di lacci e lacciuoli “nascosti” nella ultima legge di Bilancio, si torna al punto di partenza: ovvero il Gp d’Italia 2018 è a rischio. Può sembrare incredibile, ma così è. Nel mese di dicembre 2017 è saltato un emendamento della legge di Bilancio (un tempo si chiamava Legge Finanziaria). Questa norma, di fatto, avrebbe sottratto l’Automobil Club d’Italia, proprietario del 75% di SIAS (società deputata a gestire l’Autodromo di Monza ed ente organizzatore del GP dalla scorsa stagione), alle norme restrittive della “Legge Madia” (regola con nuove norme la Pubblica Amministrazione tricolore). Il n.1 dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, ha sottolineato come, in caso di cambiamento delle condizioni (a causa della mancata approvazione del suddetto emendamento), non sarebbe più possibile garantire il futuro di Monza nel calendario della F.1. Un fatto ancora più grave se si pensa che nel 2022 l’impianto lombardo taglierà il traguardo dei primi 100 anni di vita. (fonte: Skeetgp)
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