Stato e Sport insieme nella lotta a tutte le forme di corruzione
Oggi a Roma presso la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia si è svolto un seminario di alto livello sulla corruzione nello sport. L’ iniziativa è frutto di una collaborazione fra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Presidenza del Consiglio – Ufficio per lo Sport, CONI e ANAC.
L’evento, collocato in linea con le strategie internazionali anticorruzione e con l’azione della comunità internazionale per promuovere pratiche di integrità, prevenzione e repressione della corruzione nel settore sportivo, è teso a valorizzare e diffondere l’intervenuta approvazione della Risoluzione UNCAC 7/8 “Corruption in Sport” (testo al seguente link). La Risoluzione, adottata su proposta italiana, conferma il ruolo di avanguardia del Paese sul piano internazionale nel contrasto preventivo e repressivo della corruzione e di ogni forma di devianza in un’area a rischio come lo sport.
Molteplici possono essere le forme di manifestazione dell’illegalità in questo ambito: scommesse illegali, manipolazione delle gare, devianze nell’assegnazione dei grandi eventi sportivi, turbativa degli appalti e delle concessioni ad essi collegati, doping, ecc. L’insieme di tali fattispecie criminose segnala l’esigenza di una visione più ampia, del fenomeno corruttivo nel mondo dello sport che tenga conto anche dei legami con il crimine organizzato e con il riciclaggio e dell’impatto sull’integrità dei soggetti pubblici e privati.
Il Presidente del CONI Giovanni Malagò ha sostenuto la duplice gravità dei fenomeni corruttivi nel mondo dello sport, sia come fatto in quanto tale, sia per il principio di identificazione dell’immagine stessa che lo sport e lo sportivo apportano nei confronti delle nuove generazioni. Se per la prima questione si deve riformare il sistema giuridico sempre più velocemente – e il CONI l’anno scorso ha cambiato il proprio regolamento interno, permettendo solo due rinnovi dei mandati nelle cariche – per il secondo tema è una questione di cultura. Cultura che coincide con una correttezza sportiva densa di responsabilità etiche e civili verso terzi, ovvero sponsor, spettatori e giovani atleti.
Più tecnico l’intervento di Luca Trifone, Consigliere Affari Internazionali del Presidente ANAC, Raffaele Cantone: “Nel mondo dello sport si è adottato un concetto onnicomprensivo, ovvero perseguire e limitare non solo i casi di corruzione disciplinati dal codice penale, ma anche la deviazione degli eventi sportivi finalizzata a garantire interessi illegali (frode sportiva) ed a minare la credibilità degli eventi sportivi (ad esempio il match-fixing). Quindi la corruzione, intesa in senso ampio, nello sport può riguardare due ambiti specifici, gli eventi off the field (sponsorizzazioni, processi di acquisto e i contratti, la gestione dei meccanismi elettivi, dei processi di event-bidding e di gestione degli eventi, i contatti con i terzi) e on the field, connesso allo svolgimento dell’evento e alla performance sportiva (doping, match-fixing, riciclaggio, corruzione e frode degli arbitri e degli atleti sono temi di estrema attualità).” “Per inquadrare il contesto della lotta alla corruzione, è necessario partire dalla natura giuridica degli attori del mondo sportivo.” Continua Trifone: “Il CONI ha personalità giuridica di diritto pubblico, dunque viene a configurarsi come un ente pubblico, mentre le Federazioni sportive nazionali e le Discipline sportive associate sono associazione di diritto privato, non perseguono fini di lucro, pertanto sono soggette alla disciplina del codice civile.”
A queste si aggiungono le imprese tra cui quelle di Sistema Giuoco Italia, il loro ruolo e il tema caldo al centro delle principali azioni mafiose odierne, ovvero il fenomeno delle scommesse illegali.
Per quel che riguarda nello specifico il contrasto alla frode e alla corruzione, si richiedono sinergie tra il sistema sportivo e il sistema giudiziario, a livello nazionale e internazionale. Tre aspetti appaiono particolarmente cruciali: il sistema degli appalti, il contrasto al match-fixing e lo sviluppo di modelli di governance, risk management e di controllo interno.
L’Italia, e in particolar modo l’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata pioniera nel sollecitare tali forme di collaborazioni pubblico-privato in ambito di prevenzione e contrasto al fenomeno delle partite truccate, avviando nel 2014 il progetto Anti Match fixing Formula – AMFF, che ha visto nascere una piattaforma di segnalazione protetta (c.d. protected reporting system) con le aree pilota su Milano e Palermo.
In questo quadro, il progetto di Cortina 2021, della Procura Generale presso il CONI nell’ambito della riforma della giustizia sportiva, del sistema degli operatori di scommesse, del Comune di Milano e dell’area pilota di Palermo, rappresentano azioni in corso che segnano il terreno verso una sempre maggiore capacità di collaborazione fra sport e sistema istituzionale a partire da casi territoriali di riferimento di buone pratiche.
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