Premiership: le sei big della Premier League alla finestra in attesa di vendere. Fa eccezione il ManCity
(di Matteo Cerasari) – I proprietari di tutte le grandi squadre di Premier, Manchester City a parte, hanno più volte dichiarato sui media britannici (nei mesi scorsi) di non voler vendere per nessuna cifra. Ma vediamo, nello specifico, lo scenario presente/futuro della English Premier League.
La Premier League, negli ultimi anni, è diventato, senza dubbio, il campionato più affascinante a livello mondiale. Quasi tutti i club, possono permettersi di spendere cifre pazzesche sul mercato, questo grazie ai soldi provenienti dai diritti tv (il Burnley FC ricava più della Juventus FC).
Un altro aspetto che ha aiutato la crescita esponenziale del campionato britannico, è senza dubbio l’acquisto dei club da parte di società o magnati stranieri. Russi, asiatici e americani, infatti hanno intuito che investire nel campionato inglese, anche con spese enormi, poteva generare un ritorno di immagine a livello globale.
Esempio concreto della notorietà che offre la English Premier league (EPL), è il caso di Srivaddhanaprabha, proprietario thailandese del Leicester (recentemente scomparso in un tragico incidente in elicottero presso lo stadio delle Foxes), diventato una leggenda agli occhi dell’opinione pubblica, insieme al tecnico Claudio Ranieri e i giocatori, per aver vinto incredibilmente il campionato nel 2016.
Tutte le squadre di Premiership sono imprese calcistiche redditizie, ma sicuramente sono “the big six” ad attirare maggiore attenzione mediatica e denaro. Manchester City, ManUnited, Liverpool, Arsenal, Chelsea e Totthenam sono tutti club in mani straniere, questo però non spegne le voci su possibili cambi di proprietà, eccezion fatta per la squadra campione d’Inghilterra.
I Citizens infatti sono saldamente nelle mani del vice primo ministro degli Emirati Arabi, Mansur Bin Zayd, che non ha nessuna intenzione di vendere e anzi, è pronto a incontrare l’UEFA per evitare il blocco del mercato per la squadra di Guardiola, a testimonianza della sua voglia di portare il City sul tetto del mondo.
Per quanto riguarda la proprietà delle altre 5 big, il futuro non appare così certo.
La prima squadra che potrebbe cambiare proprietario è il Chelsea. Roman Abramovich, proprietario della squadra di Stamford Bridge dal 2003, sembra aver rifiutato un paio di offerte che si aggiravano intorno ai 2 miliardi per acquistare i Blues, ma non è detto che i problemi con la giustizia britannica non gli possano far cambiare idea. Situazione simile in casa Manchester United, dove il tycoon americano Malcom Glazer, si dice intenzionati a tenersi stretto il club di Old Trafford.
I Red Devils hanno speso cifre folli per vincere solamente un Europa League e una Coppa di Lega, e alla giusta offerta potrebbero abdicare. Anche il proprietario del Liverpool, Jhon Henry, rigetta le indiscrezioni provenienti dagli USA, secondo cui, il proprietario anche dei Boston Red Sox, vorrebbe smettere il suo impegno nei Reds.
Infine, Stan Kroenke, proprietario americano dell’Arsenal, per il momento resiste alle offerte di Alisher Usmanov, proprietario dell’AS Monaco accostato anche al Milan, ma dopo gli addii di figure storiche come l’AD Ivan Gazidis e soprattutto del tecnico Arsène Wenger, all’età di 70 anni e dopo anni di contestazione, potrebbe decidere di cedere i “Gunners”. L’unica proprietà che conferma di avere un’idea di vendere è quella del Tottenham, ma solo dopo aver visto nascere il nuovo stadio.
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