Il testo integrale dell’audizione del ministro Vincenzo Spadafora in Parlamento
Il ministro Spadafora, nell’audizione parlamentare del 4 febbraio scorso ha presentato le linee programmatiche e annunciato i tempi della Riforma dello Sport.
Ha messo in fila alcuni principi così riassunti:
1. Sviluppo del valore sociale e culturale dello sport, attraverso più livelli di intervento e soprattutto affermando una visione del governo e chiare politiche pubbliche di riferimento. Anche per quanto riguarda la lotta al razzismo negli stadi;
2. Compimento la legge delega dello sport di cui Spadafora (nella foto in primo piano durante un evento organizzato da FIDAL) ha ribadito di “condividere” le finalità. A tal proposito ha annunciato che all’inizio di marzo sarà pronta una bozza organica sulla quale avviare il confronto con “tutti” i soggetti che si occupano di sport e con gli stakeholder;
3. Rispetto dei ruoli “sempre più dettagliato” tra i vari soggettiche si occupano di sport, dal Coni a Sport e Salute, dalle Fedrazioni sportive agli Enti di promozione sportiva.
Nel suo intervento iniziale di circa 25 minuti, e in quello conclusivo, dopo il question time dei vari gruppi politici delle Commissioni Cultura riunite di Camera e Senato, di una ventina di minuti, il ministro Spadafora ha spiegato che “in questi cinque mesi abbiamo lavorato su programmi e atti di indirizzo, cercando di mettere ordine in un mondo che ho trovato in estrema fibrillazione, sicuramente favorito da una serie di personalismi che non hanno aiutato il mondo dello sport. Ho trovato grande conflitto tra Coni e Sport e Salute, tra Coni e alcune Federazioni, tra alcune Federazioni e Sport e Salute”.
ECCO LA REGISTRAZIONE INTEGRALE DELL’AUDIZIONE DEL MINISTRO SPADAFORA
La legge, ha detto il ministro allo sport, affronta problemi decennali: “Quello che proporrò, come modello di confronto, sarà orientato a dare al mondo dello sport la possibilità di essere davvero il luogo di espressione di valori forti. Attraverso lo sport possiamo parlare di legalità, di rispetto dei diritti, di sviluppo dell’essere umano, di salute, benessere psicologico, di strutture materiali e immateriali delle nostre città. La nostra è una visione delle politiche per lo sport intesa soprattutto come connettore di opportunità di crescita degli individui, delle comunità e dell’economia del paese, per un’Italia in salute, attiva, tecnologicamente avanzata e coesa”.
Sulle caratteristiche da dare ai decreti attuativi la legge delega sullo sport, il ministro Spadafora ha detto: “Siamo a questo punto: stiamo lavorando per avere all’inizio di marzo un testo sul quale avviare un confronto con tutti i soggetti dello sport e gli stakeholder. Le aree oggetto di riordino sono le più varie, dalle Federazioni sportive agli Enti di promozione sportiva, dall’accesso alla pratica sportiva ai diritti delle donne nello sport, dalla sicurezza negli stadi all’impiantistica sul territorio”.
C’è una visione del governo? “In questi mesi abbiamo lavorato e approfondito i problemi. Abbiamo cercato di mettere ordine nel rispetto dei ruoli: l’introduzione di Sport e Salute è estremamente importante perché, oltre a recuperare una serie di ruoli che erano precedentemente svolti dalla società Coni servizi, ha una funzione specifica legata all’approfondimento e sviluppo di tutta la parte sociale e culturale dello sport. Le altre realtà continuano a svolgere le loro funzioni: il Coni nel rispetto della carta Olimpica e delle direttive del CIO, così come il comitato paralimpico, le Federazioni, gli Enti di promozione sportiva. Ciascuno contribuisce per la sua parte nel definire questa governance. Noi abbiamo messo tutti i soggetti intorno a un tavolo per definire, nel rispetto dei ruoli, una strategia comune che risponda a una visione a lungo termine delle politiche per lo sport, e per fissare un’agenda che non guardi soltanto a misure ed interventi spot, ma che abbia una visione del paese coerente con le politiche e gli interventi che vogliamo attuare, in modo che lo sport diventi uno degli strumenti per lo sviluppo e la crescita del nostro paese. I partiti devono rimanere fuori dalla gestione, non intervenire a gamba tesa e rispettare l’autonomia dello sport”.
“Sconfiggere il razzismo negli stadi – ha detto Spadafora – significa intervenire sul livello culturale, anche attraverso le associazioni sportive, immaginando anche strumenti nuovi, per evitare qualsiasi attenuante rispetto a questi gravi fenomeni”.
“Nel 2020 sperimenteremo delle nuove misure, una riguarda il fondo unico a sostegno e potenziamento del movimento sportivo italiano e l’altra il fondo a favore delle società sportive dilettantistiche e degli enti di promozione sportiva. Si tratta di due fondi importanti perché stiamo cercando di lavorare con una visione di sistema e quindi sostenere tutta la filiera: utilizzeremo questi due fondi in modo specifico per andare incontro alle esigenze delle realtà locali che hanno meno possibilità di essere sostenute, e per fare in modo che, soprattutto nelle piccole realtà, si possa incidere fortemente attraverso lo sviluppo di questo settore di attività. Il fondo da destinare alle società sportive dilettantistiche di promozione sportiva è di 10.188.000, quello a sostegno del movimento sportivo italiano è di circa 15 milioni di euro”.
“Abbiamo terminato l’istruttoria che riguardava il bando di Sport e Periferie espletato dal mio predecessore e pubblicheremo nei prossimi giorni la graduatoria dei 254 soggetti beneficiari che corrispondono ad altrettanti impianti da finanziare per la loro costruzione o riqualificazione, in modo da poter procedere piuttosto rapidamente alla stipula delle convenzioni per avviare l’esecuzione dei lavori”.
“Stiamo poi lavorando sul nuovo bando che, grazie alla disponibilità di risorse, vedrà quantomeno il raddoppio delle risorse, da 70 milioni circa di oggi a oltre 150 milioni, che contiamo di pubblicare non oltre il mese di marzo”, ha aggiunto Spadafora. “Avrà caratteristiche diverse che nascono dalle esigenze rappresentate sia dai Comuni che dalle associazioni sportive: in questo modo stiamo costruendo il percorso per supportare anche tecnicamente i soggetti nella presentazione delle domande. Ma poi cercheremo di farci guidare anche da alcuni criteri”. In particolare, ha spiegato il ministro, “a fine marzo sarà possibile rendere pubblico il lavoro sul Censimento degli impianti iniziato circa tre anni fa: questo strumento sarà molto utile per capire quali sono le aree del Paese in cui non abbiamo impianti. Una fotografia oggettiva che ci consenta anche di orientare al meglio gli investimenti notevoli che metteremo a disposizione per il 2020”. (fonte: portale UISP)
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