Cosimo Sibilia (LND) lancia l’allarme: “Emergenza devastante. Tremila società rischiano la fine”
(di Sejon Veshaj) – La pandemia da Covid-19 sta mettendo in ginocchio tutto il sistema calcistico italiano. Oltre ai campionati professionistici, dove la tensione cresce, tra dispute legate ai diritti televisivi e ai mancati incassi delle società, a farne le spese in maniera permanente potrebbero essere le categorie meno “nobili” del nostro calcio, ovvero quelle dilettantistiche.
A lanciare l’allarme è direttamente il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti (LND), Cosimo Sibilia (nella foto il presidente della Lnd). In una intervista rilasciata in mattinata al quotidiano “Il Messaggero”, Sibilia confida le sue preoccupazioni qualora lo stop per l’emergenza sanitaria dovesse prolungarsi nei prossimi mesi: “I nostri studi hanno stimato che rischiamo di perdere circa 3mila società, il 30% del movimento. Non dimentichiamo che nelle regioni più colpite dal virus siamo fermi da metà febbraio. Servirà un intervento governativo, perché altrimenti sarà dura affrontare la realtà: alla ripresa, se non si interverrà, pochi avranno infatti voglia di tenere vivo il calcio dilettantistico”.
Il Presidente pone l’accento sugli aiuti da destinare alle varie società, auspicando interventi concreti da parte del governo e della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio), per sostenere le piccole realtà del calcio dilettantistico che devono far fronte a spese ingenti:
“Bisogna intervenire su comuni e enti locali per agevolare l’utilizzo degli impianti sportivi, per esempio; o fornire coperture economiche per fronteggiare i danni”.
La LND annovera un milione di tesserati e tramite i suoi comitati interni dirige e organizza i campionati e le coppe per le squadre maschili dalla Serie D fino all’ultimo livello del calcio italiano. Gestisce inoltre i campionati femminili di Serie C, Eccellenza e Promozione e le manifestazioni del beach soccer e del Calcio a 5.
Nelle regioni più colpite dal Coronavirus i campionati sono fermi da metà febbraio, e a livello nazionale dal 5 di marzo. Il rischio di non poter recuperare migliaia di partite è forte e la speranza è che il movimento dilettantistico italiano non arrivi a dover pagare conseguenze catastrofiche di fronte a quest’emergenza sanitaria.
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