Dalla “fan engagement” negli stadi all’esplosione del “second screen”
(di Marcel Vulpis) – Il calcio dei prossimi 12-18 mesi (ai tempi della “convivenza” con il Covid-19) sarà soprattutto un prodotto televisivo. Club, broadcaster e sponsor/spender pubblicitari dovranno sedersi ad un tavolo (con il supporto di advisor specializzati nello sports-marketing), perché, in una fase così difficile dell’intrattenimento sportivo, non c’è più spazio per strategie isolate. Serve un’alleanza strategica per non perdere quote e, soprattutto, per superare la tempesta scatenata dal Covid-19. In questi ultimi anni i massimi esperti dello sport-business hanno sottolineato l’importanza della “fan engagement” (letteralmente il “coinvolgimento emotivo” del tifoso).
Con i match a porte chiuse non sarà più possibile attivare azioni di questo tipo. La sfida futura è la trasformazione del tifoso in un supporter digitale (a 360 gradi). Tutti cercheranno di rifugiarsi nella fruizione televisiva dell’evento sportivo, sviluppando azioni di engagement attraverso i social media più popolari ed utilizzando gli smartphone come veri e propri “second screen” (schermi ulteriori rispetto alla tv). Le società di calcio, pertanto, dovranno continuare a investire per tenere attive le fan base che hanno costruito, in modo meticoloso, in questi anni. Non possono infatti rinunciare alle community, rischiando di perdere, nei prossimi mesi, il loro reale valore (umano, passionale, oltre che marketing e commerciale).
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