Coronavirus fa rima con austerity
Ritorno al passato. E’ quanto succederà, a causa dell’emergenza Coronavirus, nella massima serie del calcio italiano, partendo dalla politica di austerity (se si analizza il monte stipendi dei tesserati), che la Juventus intende portare avanti nelle prossime settimane. L’obiettivo dichiarato è trovare un bilanciamento ideale tra costi (gli ingaggi di questa stagione sono pari a 274 milioni lordi) e ricavi. E’ una vera e propria rivoluzione salariale (gli stipendi della Serie A pesano attualmente più di 1,33 miliardi sui bilanci dei club) ai tempi del Covid-19
La dirigenza bianconera infatti ha intenzione di fissare un tetto massimo in vista della prossima “finestra” di calciomercato: non più di 9-10 milioni lordi annui (in caso di futuri acquisti).
Nella Top20 di questa stagione sono 15 i calciatori che superano, ad esempio, questo limite: dalla stella Cristiano Ronaldo, leader assoluto a 31 milioni, fino al “collega” Leonardo Bonucci (5,5 milioni di euro netti). Dieci di questi contratti sono di tesserati bianconeri, con le sole eccezioni dei nerazzurri Romelu Lukaku-Christian Eriksen (entrambi a 7,5 milioni), del giallorosso Edin Dzeko (sempre a 7,5 milioni), del rossonero Gianluigi Donnarumma (6 milioni) e dell’azzurro Kalidou Koulibaly (6 milioni).
La Juventus, nelle scorse settimane, ha fatto già scuola, avendo la fortuna (o la bravura) di non avere né prestiti, né giocatori in scadenza.
Da qui l’idea di trasferire parte degli ingaggi dal bilancio in corso a quello 2020/21. La società di Andrea Agnelli, grazie a questa alchimia contabile ha scongiurato, almeno per il momento, una futura ricapitalizzazione (scommettendo su una nuova stagione nel segno del ritorno alla normalità), portandosi a casa, nel contempo, un significativo risparmio fiscale.
D’altronde anche i campioni d’Italia stanno subendo i contraccolpi dell’emergenza sanitaria. Mettere in sicurezza i bilanci, a fronte, tra l’altro, di una liquidità più scarsa rispetto al passato, è prioritario rispetto a qualsiasi altra opzione. Il cosiddetto “modello Juventus” rischia di influenzare l’ecosistema della Serie A. E i primi club a seguire queste linee guida potrebbero essere la Roma (stipendi per 180 milioni lordi) e il Milan (102,2) alla luce dei risultati negativi degli ultimi bilanci.
Si tornerà a valori di mercato di alcuni anni fa, proprio perché la sostenibilità economica diventerà il principio fondante di tutte quelle realtà calcistiche che intendono resistere alla pandemia.
Se Sky e Dazn, solo per citare i player più importanti, proseguiranno nel braccio di ferro con la Lega calcio (i 233 milioni di euro collegati alla sesta ed ultima rata stagionale sono ancora fermi nelle loro casse), le società della prima divisione saranno obbligate a replicare la politica di contenimento degli stipendi studiata dai vertici bianconeri. Un’austerity più volte invocata dal sistema ed ora applicata per effetto di una emergenza di cui ancora non si conosce la parola “fine”.
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