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Trattative in corso tra Serie A e private equity. Una partita tutta “fiscale”

Si cerca ancora un accordo che risolva il nodo fiscale per i diritti tv.

(di Alessandro Presta) – Secondo quanto riporta Milano Finanza, sono in corso in questi giorni trattative serrate tra la Lega Serie A e i fondi di private equity per risolvere un nodo fiscale che sta provocando rallentamenti. La commissione negoziale dei club, la cordata Cvc-Advent-Fsi e i consulenti della Lega calcio Serie A stanno cercando un accordo per evitare il rischio di doppie imposizioni fiscali sui proventi da cessione dei diritti televisivi.

La questione sembrerebbe risolvibile. La parte fiscale è il tema che stanno dibattendo Serie A e i fondi di private equity. I rallentamenti sono dovuti alla proposta nei confronti dei presidenti della Serie A. I fondi chiedono infatti un aumento del minimo garantito di ricavi annui dai diritti tv. Il problema principale riguarda in particolare l’Iva, oggi “neutra” per i club che fatturano al lordo della stessa. La gestione dei diritti tv alla media company Cvc-Advent-Fsi, costringerebbe i club a dover pagare due volte l’Iva (doppia imposizione), a monte così come a valle. Questo doppio pagamento peserebbe non solo sulle squadre calcistiche, ma anche sulle performance degli stessi fondi di private equity.

Tra gli altri punti di cui si è dibattuto in questo incontro c’è la questione della “governance”. Sempre secondo quanto scrive Milano Finanza ci sarebbero ancora delle nomine nel board ancora da sistemare. Inoltre, restano da verificare alcuni profili di compatibilità dell’operazione diritti tv con la Legge Melandri, la quale regola l’utilizzazione economica e l’assegnazione dei diritti televisivi in Italia. La scadenza di questa trattativa è per il 18 novembre, data in cui è prevista l’assemblea decisiva.

Nel frattempo, è in corso anche il bando di assegnazione dei diritti tv della Serie A per il triennio 2021-2024. Alcune ipotesi vedono un prolungamento del contratto in essere con Sky Italia, evitando dunque trattative. L’alternativa più probabile è procedere all’assegnazione con le procedure tradizionali. Per il triennio in questione infatti all’asta per i diritti tv dovrebbero partecipare i già noti Mediaset, Tim, Dazn e Sky con l’ingresso di piattaforme OTT (over the top) come Amazon (già acquirente di alcuni diritti Champions League in Italia) e Netflix.

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Redazione

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