Il flop della sponsorizzazione Gazprom, soft power russo nel calcio europeo
Il conflitto russo-ucraino rischia di impattare negativamente anche sulle finanze del football europeo. Da pochi giorni, infatti, è scoppiata la “grana” Gazprom, gigante dell’energia, ma, soprattutto, top sponsor della UEFA Champions League (è di proprietà di uno dei magnati più vicini al presidente Putin, l’oligarca Aleksander Dyukov).
Sono sempre più forti, infatti, le pressioni sui vertici dell’UEFA, perchè si arrivi alla revoca dell’accordo di sponsorizzazione, alla luce delle sanzioni imposte dai diversi Stati europei nei confronti del governo russo e delle aziende ad esso collegato (come nel caso del top sponsor russo dell’energia). Secondo il quotidiano “Frankfurter Allgemeine” il peso di Gazprom sulle finanze dell’UEFA è superiore al 20%. L’operazione di Gazprom è sempre stata considerata come un vero e proprio “soft power” da parte della politica russa.
Una contraddizione in termini, sotto il profilo marketing, visto che, tra l’altro, non esistono stazioni di servizio a marchio Gazprom. Attraverso il sodalizio commerciale con l’UEFA, Gazprom aveva intenzione, in occasione della finale del 28 maggio (in programma inizialmente a San Pietroburgo, prima di essere spostata a Parigi), di pubblicizzare (in anticipo), in Germania, la campagna adv per il gasdotto “Nord Stream 2” (bloccato dal governo tedesco immediatamente dopo l’attacco russo in terra ucraina).
In attesa di capire le decisioni finali dell’UEFA, lo Schalke 04, club tedesco di Bundesliga2, ha eliminato il logo di Gazprom (main sponsor da diversi anni) sulla maglia, rinunciando, di fatto, a non meno di 9 milioni di euro su base annua.
* Il Nord Stream 2 è un gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, trasporta direttamente il gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale, passando per la Germania
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