I contratti delle calciatrici professioniste. Le nuove norme per il mercato italiano
(di Giuseppe Berardi) – Il 30 giugno 2022 l’assemblea dei club di Serie A Femminile, l’Assocalciatori e l’Assoallenatori hanno definito l’accordo collettivo dando via libera di fatto al passaggio al professionismo per il calcio femminile.
Infatti, dal 1° luglio 2022 le calciatrici di Serie A femminile hanno acquisito lo status di professioniste.
Un traguardo da tempo inseguito dalle calciatrici che, dopo tanti anni di battaglie, si vedono ora riconosciuti diritti e tutele, quali uno stipendio base, la pensione, l’assicurazione e altro.
Il professionismo nel calcio femminile implica dei cambiamenti sostanziali nella retribuzione delle calciatrici. L’accordo collettivo siglato dalle parti avrà durata triennale e disciplina il rapporto di lavoro dal punto di vista economico e normativo tra società e calciatrici tesserate.
Ci sarà uno stipendio minimo per tutte le calciatrici mentre non ci sarà un limite massimo in quanto dipende dalle condizioni di mercato e dalle trattative tra le singole giocatrici e il proprio club.
Le cifre relative agli stipendi minimi garantiti sono divise sulla base dell’età o con la specifica del primo contratto.
- Minimi retributivo dal 24° anno di età (classe 1998) – 26.664 euro lordi; 19.750 euro netti;
- Primo contratto ex art. 33.2 NOIF (classe 2002) – 20.263 euro lordi; 16.155 euro netti;
- Minimo retributivo dal 19° al 23° anno di età (classe 2003-1999) – 20.263 euro lordi; 16.155 euro netti;
- Minimo retributivo dal 16° al 19° anno di età (classe 2006-2003) – 14.397 euro lordi; 11.405 euro netti.
Per la stagione 2022/23 possono stipulare un vero e proprio contratto di lavoro le calciatrici nate dal 1997 in poi. Sono vere e proprie professioniste e il loro contratto è frutto di una libera contrattazione e la durata non può superare i 5 anni. Naturalmente lo stipendio della calciatrice non può essere inferiore al minimo retributivo stabilito dall’accordo collettivo.
Le calciatrici nate negli anni 1998, 1999 e 2000 stipulano un Contratto d’Autorità: si tratta del primo contratto da professionista con una durata massima annuale. Anche qui si applicano i minimi federali.
L’addestramento tecnico invece è un tipo particolare di vincolo che sottoscrive la calciatrice giovane di serie dai 18 ai 19 anni e dà diritto a indennità di addestramento sulla base dei minimi federali. Esso non è però un contratto di lavoro. Per giovane di serie si intende una giovane calciatrice di età compresa tra i 14 e i 18 anni tesserata per una società professionistica. La società non è tenuta a pagare la giovane di serie, ma può decidere di farle sottoscrivere un contratto da professionista.
Di seguito la tabella dei minimi per gli stipendi delle giovani calciatrici:
- Addestramento tecnico (classe 2001) – 10.665 euro lordi; 8.838 euro netti;
- Addestramento tecnico (classe 2002) – 8.500 euro lordi; 7.272 euro netti;
- Addestramento tecnico (classe 2003) – 6.500 euro lordi; 5.561 euro netti.
Per la stagione sportiva 2022/23 le società di calcio di Serie A femminile potranno stipulare contratti d’autorità, della durata massima di un anno, anche alle calciatrici nate negli anni 2000, 1999 e 1998.
Nell’ipotesi in cui la calciatrice interessata sia titolare di un accordo economico, per la stagione sportiva 2021/2022, che preveda un compenso netto superiore a quello netto previsto per i minimi federali, la stessa avrà diritto di stipulare il contratto annuale con una retribuzione netta non inferiore a quella pattuita nell’accordo economico relativo alla stagione sportiva 2021/2022.
Gli accordi/addendum pluriennali già sottoscritti tra calciatrici e Club nella stagione 2021/2022 prevalgono sulle altre norme.
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