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Lo stato dell’arte del settore del gioco in Italia. L’incremento del fenomeno della illegalità nonostante il Decreto Dignità

L’analisi sul settore del gioco in Italia condotta dall’Osservatorio sui mercati regolamentati dell’Ipsos e della Luiss Business School, ha evidenziato che il gioco pubblico continua ad avere una valenza di tipo economico, ma anche legata al senso di sfida e di svago.

La ricerca nota una crescita del numero di giocatori, soprattutto quale effetto delle riaperture dei luoghi fisici, dopo il periodo fortemente influenzato dalla pandemia.

Il giocatore che ricorre a circuiti illegali presenta caratteristiche socio-demografiche analoghe a quanto rilevato con la scorsa rilevazione: si tratta prevalentemente di uomini, mediamente giovani (41 anni), occupati, con figli minorenni e con un tenore di vita dichiarato sopra media. Un terzo molto probabilmente gioca in circuiti illegali in modo inconsapevole.

A fronte di un incremento del fenomeno dell’illegalità, si riduce, rispetto allo scorso anno, la convinzione che sia un problema molto diffuso in un contesto generalizzato di maggiore tolleranza verso comportamenti scorretti o fraudolenti, conseguenza del ritorno alla normalità post-pandemica. Allo stesso tempo, cresce l’idea che ci sia una certa probabilità che il fenomeno del gioco illegale possa essere scoperto e punito, per quanto la posizione dominante sia che questo reato possa rimanere impunito. Riporta l’Agenzia Agimeg.

In questo contesto, le aziende che offrono i giochi polarizzano le opinioni degli italiani: sono ritenute impegnate sul fronte della tutela dei giocatori al fine di prevenire e correggere comportamenti scorretti o pericolosi, sebbene potrebbero fare di più, versus chi vede un impegno limitato o addirittura nullo.

Il ruolo delle aziende che offrono i giochi si va a sostanziare con il ruolo dei canali fisici di gioco in quanto presidio della legalità del gioco, del tracciamento dei pagamenti, del controllo delle modalità di gioco e dei comportamenti dei giocatori.

Sono proprio i giocatori che operano in canali illegali a sottolineare maggiormente il valore dei punti di gioco perché consentono di controllare modalità e comportamenti di gioco, di fornire ai giocatori tutte le garanzie e forme di tutela.

Alle aziende, parte integrante di un settore che evidenzia la crucialità del ruolo di soggetti istituzionali a livello centrale e locale, degli esercenti dei punti di gioco, degli organi di garanzia e di vigilanza, è anche demandato un ruolo fondamentale di informazione anche a fronte dei limiti del “Decreto Dignità” (che ha colpito il mondo del calcio azzerando investimenti annuali, per oltre 180/200 milioni di euro, tra pubblicità sui media e sponsorizzazioni sui campi di calcio e maglie dei club), e formazione nell’ambito di un approccio sempre più responsabile nei confronti del gioco.

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Redazione

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