All newsAltri eventiCalcioCalcio.InternazionaleChampions League

Eldorado Champions: la semifinale Champions vale un “tesoro”

(di Marcel Andrè Vulpis) – Si entra nel vivo della fase finale della Champions League (in programma il prossimo 10 giugno allo stadio Olimpico Atatürk di Istanbul), “salotto buono” del calcio europeo per club.

Il prossimo mercoledì 10 maggio riflettori accesi soprattutto per Milan-Inter, semifinale italiana di andata edizione 2023 (il giorno prima al Bernabeu si giocherà il top match Real Madrid-Manchester City). Per l’importanza dell’evento sportivo sarà possibile assistere, anche in chiaro, allo spettacolo di uno dei derby milanesi più importanti e attesi degli ultimi anni. L’intera copertura di Prime Video, inclusi pre e post partita, sarà trasmessa anche su TV8 (canale televisivo privato edito da Nuova Società Televisiva Italiana, realtà appartenente al gruppo SKY), a partire dalle 19:30 di mercoledì (in diretta da San Siro).

Entrare nella fase finale della Champions è, da sempre, un successo garantito, soprattutto a livello economico, per tutti i club coinvolti. Inter, Milan, le due realtà italiane rimaste in corsa, hanno portato a casa già 9,6 milioni di euro negli ottavi, altri 10,6 milioni per la presenza nei quarti e 12,5 milioni per l’ingresso in semifinale. Questi tre turni, da soli, valgono un “tesoretto” di oltre 32 milioni di euro, fino ad arrivare ai 15,5 milioni di euro destinati ai finalisti (il vincitore porta a casa un ulteriore bonus valorizzato in 4,5 milioni). Superata la fase a gironi (dove la qualificazione porta in dote un assegno di più di 15 milioni) vincere la Champions genera revenue per 52 milioni di euro.

Nel 2022, per le “Merengues”, 140 milioni di ricavi

Nella precedente stagione (2021/2022), solo per fornire un benchmark di riferimento, i campioni in carica del Real Madrid (dopo aver superato i rivali del Liverpool) hanno incassato la cifra record di 140 milioni di euro, sommatoria finale di una serie di voci economiche (tra premi per la vittoria/pareggio in campo, bonus per i superamenti dei turni e quote di distribuzione da market pool). Questi valori sono destinati a crescere soprattutto se guardiamo a quanto succederà nella stagione 2024/25, data di partenza del nuovo format della UEFA Champions League.

La torta complessiva passerà da 2,02 miliardi a circa 3,5 miliardi di euro (da distribuire a 36 società, rispetto alle 32 della stagione in corso). Una cifra “monstre” mai vista nella storia recente di questa competizione. L’operazione risponde alla volontà dell’ente elvetico di fermare sul nascere le idee secessioniste dei top club ancora interessati al progetto “SuperLega” (lanciato più di due anni fa da un gruppo di 12 club con a capo Juventus, Real Madrid e Barcellona).

Questo nuovo budget, per certi versi faraonico, fidelizzerà sicuramente i piccoli e medi club europei, ma anche i top team, obbligati a crescere a livello di “valore della produzione” per rispondere, da un lato alla crescita dei costi di tesseramento in tutta Europa (ormai ci sono difensori di ruolo acquistati a prezzi di mercato di un centravanti), dall’altro all’esigenza di contenimento dell’esposizione debitoria (con fornitori, banche ed erario).

La dimensione contingente del football moderno sta portando infatti molte di queste società a studiare nuove formule per provare a far crescere i fatturati aziendali. Impresa non semplice soprattutto dopo due anni terribili di pandemia che ha messo in ginocchio l’intero sistema calcistico. Da qui appunto l’idea dell’UEFA di studiare una formula più ricca che possa aiutare i top club a competere in Europa e il restante plotone a potenziare il proprio progetto sportivo in caso di ingresso nella fase a gironi della Champions. Non dimentichiamoci, ad esempio, che incassare più di 15 milioni, per entrare in uno degli otto gruppi di questo trofeo, può valere un patrimonio futuro soprattutto per le società di piccole dimensioni. Quest’anno gli israeliani del Maccabi Haifa hanno rischiato anche di centrare l’ingresso in Europa League, come potenziale terza del girone “H”, superati solo dalla Juventus per migliore differenza reti. Nel match in terra d’Israele l’Haifa ha anche superato i bianconeri per due reti a zero guadagnando ulteriori 2,8 milioni di euro per il premio-partita previsto dall’UEFA.

 

 

Previous post

L’Osservatorio Italiano Esports (OIES) presenta la 3a edizione dell’Advanced Esports Programme

Next post

Vulpis (Sporteconomy) commenta il futuro del Napoli calcio

Marcel Andre Vulpis

Marcel Andre Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *