Scommesse, prelievo 0,5% “Salvasport”: il Consiglio di Stato dà ragione ai concessionari, la quota aggiuntiva della tassa non va pagata
I concessionari non dovranno pagare ad Adm gli arretrati relativi al prelievo dello 0,5% previsto dal decreto Salvasport del 2020. A stabilirlo, riporta Agipronews, è stato il Consiglio di Stato. I giudici hanno dunque accolto l’appello presentato dagli operatori di scommesse la scorsa estate, dopo che il Tar aveva invece dato il “via libera” al pagamento della tassa.
La tassa, prosegue Agipronews, era stata introdotta per sostenere i lavoratori dello sport di base dopo la prima fase della pandemia, e prevedeva un contributo dello 0,5% della raccolta scommesse per un importo complessivo di 40 milioni nel 2020 e 50 milioni nel 2021. Pochi mesi dopo il pagamento della nuova imposta, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – su indicazione di Corte dei Conti e Ragioneria di Stato – aveva cambiato l’interpretazione della norma: il prelievo sulla raccolta doveva essere calcolato e versato per tutto il periodo previsto (da maggio 2020 a dicembre 2021) senza il tetto massimo dei 40 e 50 milioni annui. Solo successivamente, l’Amministrazione avrebbe girato una parte di esso al fondo Salvasport. Da qui la richiesta degli arretrati. Successivamente, il Tar ha confermato la determina di Adm, confermando l’obbligo al pagamento da parte dei concessionari, i quali hanno fatto immediatamente appello al Consiglio di Stato. I giudici di Palazzo Spada hanno quindi ribaltato la decisione del tribunale regionale, accogliendo l’appello degli operatori di betting.
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