Eppur si gioca: il calcio tra le macerie dell’Ucraina
Se, come diceva Jean-Paul Sartre, “Il calcio è una metafora della vita”, lo spirito di sopravvivenza della Prem”jer-liha conferma la resilienza dell’Ucraina, un paese che può essere piegato (forse), ma (per il momento) non spezzato.
(di Davide Pollastri) – Il calcio tra le macerie, in Ucraina, non è (purtroppo) una novità. Il 9 agosto 1942, proprio in Ucraina (e più precisamente a Kiev), si giocò la tristemente nota “Partita della Morte”; la sfida, capace persino di ispirare il meraviglioso film “Fuga per la vittoria” (pellicola diventata popolare per la presenza tra gli attori di Pelè, dell’argentino Ardiles e di Sylsveter Stallone nel ruolo di un improvvisato portiere), oppose una squadra di ufficiali tedeschi in cerca di svago ad una composta da calciatori ucraini in cerca di rispetto. Il 23 agosto 2022, 80 anni dopo quella partita (vinta a sorpresa da chi cercava rispetto!), in un’Ucraina nuovamente colpita, ma tutt’altro che affondata, il calcio, dopo soli sei mesi dall’invasione russa, è ripartito con il match tra lo Shakhtar Dontesk e il Metalist 1925.
Ai nastri di partenza non si presentarono il Desna Černihiv e il Mariupol (Černihiv e Mariupol’ sono due delle città maggiormente colpite dalla furia del conflitto russo-ucraino) e non si videro i tanti campioni/allenatori stranieri ai quali venne permesso di svincolarsi entro il 30 giugno 2023. Seppur tra mille difficoltà e vari allarmi-bomba, il campionato si concluse regolarmente con l’ennesimo successo dello Shakhtar Donetsk.
Oggi, a più di due anni dall’inizio di quella che i russi definiscono “operazione militare speciale”, il calcio in Ucraina non sta vivendo un momento particolarmente florido, ma nemmeno ristagna in una condizione di miseria (il valore della massima divisione è stimato dal portale specializzato Transfermarkt.com in 343,35 milioni di euro).
Tra i 434 giocatori delle 16 squadre della Prem”jer-liha (l’equivalente della Serie A italiana, sponsorizzata da VBET, azienda leader nel settore delle scommesse), ben 84 sono ancora stranieri (19,4%).
Il giocatore più prezioso del campionato è Georgiy Sudakov, ventunenne trequartista ucraino dello Shakhtar, valutato 25 milioni di euro (la media dei calciatori del torneo si aggira invece intorno ai 790 mila euro). In particolare, il club con il valore di mercato della “rosa” più elevato è lo Shakhtar Donetsk, con 136,50 milioni di euro, seguito a distanza notevole dalla Dinamo Kiev, che si attesta a 57,65 milioni. Gli altri club presenti sono nettamente distanziati dalle prime due, in termini di valore delle rose (l’SK Dnipro-1, terzo club con il valore più alto, insegue con 19,60 milioni, l’FK Minaj, la squadra con la rosa più “povera”, chiude a 3,70 milioni).
Un dato interessante riguarda proprio lo Shakhtar: il club, che prima dello scoppio della guerra, fatturava oltre 140 milioni di euro, negli ultimi anni ha perso ricavi per una cifra vicina ai 120 milioni di euro (molti dei quali persi a causa dell’impossibilità di giocare alla Donbass Arena, l’impianto di casa, costato 300 milioni di euro, inagibile dal 2014 a causa della “Guerra del Donbass”).
La situazione, come detto, non è florida ma nemmeno disperata e la recente qualificazione della nazionale a EURO 2024 non potrà che migliorare ulteriormente lo stato di saluto del calcio giallo-azzurro.
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