Calcio: Sen. Paolo Marcheschi (FdI), impegno su rilancio settore strategico
“Il calcio non è solo un asset economico importante per lo Stato, con oltre 1 mld di euro di contributi e 11 mld di giro di affari, ma ricopre anche un enorme valore sociale grazie ai suoi milioni di tesserati e di volontari, e di intrattenimento per milioni di spettatori. Il Parlamento ha raccolto l’esigenza di una riforma legislativa più volte espressa anche sulla stampa dai vertici del calcio italiano. Per questo in settima commissione verranno svolte una serie di audizioni di tutti gli attori principali del calcio italiano”. Lo ha dichiarato, intervenendo a “Radio Sportiva”, Paolo Marcheschi (nella foto in primo piano), senatore di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Sport a Palazzo Madama. “La dialettica emersa anche con toni evidenti all’interno del mondo del calcio puo’ essere raccolta dal legislatore, che pur rispettando la totale autonomia delle Federazioni sportive, ha il dovere – ha sottolineato il parlamentare di FdI – di verificare se le norme attuali e le relative risorse affidate al calcio, siano ancora adeguate per la necessaria sostenibilità-economica del sistema, che non può dimenticare la socialità. Le recenti evoluzioni Europee, come la sentenza che elimina il monopolio delle organizzazioni dei campionati, sta trasformando il calcio in un grande attrattore di capitali internazionali. Un fenomeno – ha continuato Marcheschi – che condiziona gli investimenti delle tv verso uno sport che necessita di competizioni globali giocate da squadre ricche, a scapito dei singoli campionati nazionali. In un contesto così evoluto, è necessario orientarsi al meglio per emanare nuove norme che garantiscano la sostenibilita’ del sistema economico ma anche l’aspetto sociale del calcio, che è integrazione, inclusione e spettacolo”. Martedì in audizione “ascolteremo le proposte delle Leghe per capire anche come potrebbe essere lo scenario annunciato di una serie A modello Premier League con autonomia e terzietà degli organi di garanzia e giustizia. In questo contesto in forte evoluzione altre priorità da affrontare sono molteplici, quali il deficit di impianti e l’età media molto alta di quelli esistenti. I pochi investimenti nei vivai e la scarsa creazione di talenti italiani. L’auspicio è che le soluzioni del calcio, prese in totale autonomia, si possano conciliare con una legislazione non di un emergenza, ma base di un vero rilancio strutturale del calcio italiano”
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