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Di Cintio (DCF Legal): “Il calcio italiano? Da diversi anni vive un profondo declino”

(di Valerio Vulpis) – La recente “Riforma dello sport” introdotta con i D. Lgs. nn. 36/2021, 37/2021 e 39/2021 e successive modifiche. ha profondamente mutato il volto dello sport italiano andando a regolamentare, tra le altre aree di intervento, l’abolizione del vincolo sportivo e l’introduzione del lavoro sportivo, indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico regolato dalla singola disciplina sportiva. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Cesare Di Cintio (co-fondatore di DCF Legal, specializzata in tematiche di diritto sportivo), di recente audito anche in Commissione VII (Cultura e Sport) al Senato (nella foto in primo piano).

È chiaro che lo sport che ha maggiormente risentito della nuova regolamentazione è stato il calcio ove convivono l’area del professionismo e l’area del dilettantismo. Il calcio italiano ha conosciuto i fasti degli anni 80, 90 e inizio secolo che, poi, sono culminati nella vittoria del campionato del mondo del 2006 in Germania, che ha rappresentato l’apice di un percorso di crescita, poi, interrottosi bruscamente – ha dichiarato Di Cintio. “Da allora, fatta eccezione per la vittoria del campionato europeo del 2020, giocatosi nel 2021, a causa dei problemi legati alla diffusione del Covid-19, la nazionale italiana è stata eliminata ai gironi dai campionati del mondo del 2010 e 2014, e non si è nemmeno qualificata per disputare le edizioni del 2018 e del 2022. Da ultimo, nei giorni scorsi, è arrivata anche l’esclusione dal campionato europeo 2024…Le ragioni di tale declino, piuttosto preoccupante, risalgono nel tempo e non sono, forse, da addebitare ad errori di gestione della FIGC, quanto, piuttosto, ad una cronica incapacità del “sistema calcio” di generare valore attraverso la crescita di giocatori che, purtroppo, rispetto ai colleghi di Francia, Spagna ed Inghilterra, disputano campionati giovanili poco competitivi” ha concluso l’avvocato bergamasco.

Tutto ciò genera la conseguenza, quasi naturale, che gli stessi giovani, a differenza di quanto accade per le altre nazioni, non vengono impiegati nelle Prime Squadre di club per i quali sono comunque tesserati, rimanendo relegati al settore giovanile, senza avere l’occasione di crescere ed esprimersi al meglio. Allo stato attuale i campionati giovanili sono strutturati in due macro-aree, ovvero i campionati giovanili, cui accedono le squadre giovanili delle società Professionistiche, e i campionati giovanili cui partecipano le squadre giovanili delle società Dilettantistiche.

Il settore tricolore dei vivai. Nell’ambito dei giovani vi sono campionati che sono gestiti, su delega della FIGC, dal Settore Giovanile e Scolastico (SGS) che abbracciano una molteplicità di categorie, sia del dilettantismo che del professionismo, per ragazzi da 5 a 18 anni.

I campionati “Primavera” sono, invece, organizzati dalle Leghe e rispettivamente dalla Lega di Serie A (Campionato Primavera 1), dalla Lega di Serie B (Campionato Primavera 2), dalla Lega Pro (Campionati Primavera 3 e 4).

“I campionati Primavera sono soggetti al meccanismo di promozione e retrocessione tipico del settore calcio, per cui, in base alla classifica e, quindi, al posto raggiunto a termine campionato, le squadre vengono promosse o vengono retrocesse rispettivamente al campionato superiore o inferiore” – prosegue Di Cintio. “La squadra vincitrice del campionato Primavera partecipa di diritto alla Youth League, ovvero la Champions League dei giovani, unitamente alle squadre Primavera delle società che si sono qualificate, con le Prime Squadre, al massimo torneo continentale…Non partecipano alla Coppa Italia Primavera le società che disputano il campionato Primavera 3 e Primavera 4. Attualmente, pertanto, dei quattro campionati Primavera previsti, tre sono organizzati da Leghe diverse, come già anticipato, la Coppa Italia è organizzata dalla Lega di Serie A e vi partecipano solo i club che disputano la Primavera 1 e 2, mentre la Supercoppa Primavera è appannaggio delle vincenti delle due massime competizioni nazionali”.

 

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Valerio Vulpis

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