Quei sogni di “Svennis”, l’ironico svedese del calcio
(d Massimiliano Morelli)* – Sven-Goran Eriksson venne accolto a Roma come l’erede di Liedholm, ma solo perché aveva natali svedesi come il barone Nils. In realtà calcisticamente parlando era lontano anni luce dal predecessore nordico, e forse l’unico filo rosso che li univa era la seraficità, il saper mantenere la calma. Una pace che Svennis ha mostrato anche in punto di morte, quando ha scritto il suo ultimo messaggio, sette mesi dopo l’annuncio di un tumore che non gli avrebbe dato scampo: «Non siate dispiaciuti. Sorridete. Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, della vostra vita e vivetela fino in fondo. Addio». Un uomo trasversale, benvoluto in Italia per esempio sia in casa Roma che a Formello, squadre che ha allenato con diverse fortune. E qui va aggiunto che in Italia ha guidato anche Fiorentina e Sampdoria. Raffinato ma non aristocratico, portò il Goteborg alla conquista di una Coppa Uefa e d’una Coppa delle Coppe; e, sempre a livello europeo, conquistò la Supercoppa europea alla guida della Lazio. Vincente in Svezia (due coppe di Svezia e un campionato), in Portogallo (tre campionati, una coppa di lega e una supercoppa alla guida del Benfica) e in Italia (uno scudetto e due coppe Italia con la Lazio, una coppa Italia con Roma e Fiorentina), ha allenato anche la nazionale inglese, quella messicana, quella ivoriana, quella filippina. Per tacere dell’esperienza in Cina…Un sognatore fin quando non perse alla penultima giornata d’un campionato che pareva vinto (in rimonta) uno scudetto con la Roma, il 2-3 contro un Lecce già retrocesso lo fece diventare molto più pragmatico, seppur sempre innovatore. Un signore, un tecnico per certi versi “stonato” nel mondo del dio pallone, tutto chiacchiericcio e immensa fuffa. «Vorrei essere ricordato come una persona per bene», ha sussurrato in quella che presumibilmente è stata la sua ultima intervista. Aveva 76 anni. E tante altre cose da dire. Purtroppo invece ci ha lasciato.
° giornalista e scrittore sportivo
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Grazie Massimiliano