Nuova Champions League: la UEFA prevede ricavi in aumento del 37,5%
(di Davide Pollastri) – Come ormai reso pubblico da tempo, il nuovo formato della UEFA Champions League, partito lo scorso 17 settembre, prevede più squadre partecipanti, aumentate da 32 a 36, e più partite, salite da 125 a 189, con la vecchia fase a gruppi sostituita da 8 giornate che determineranno una classifica unica che porterà le prime otto squadre agli ottavi di finale, eliminerà le ultime dodici e manderà le 16 squadre rimanenti a un turno a eliminazione diretta per decidere le altre otto qualificate agli ottavi. Ciò che non sappiamo è quanto questo nuovo formato genererà in termini di ricavi.
L’UEFA, tuttavia, ha già formulato una previsione: 1,2 miliardi di euro di ricavi in più rispetto ai 3,2 miliardi di euro generati con il formato precedente.
La UEFA Champions League, la più grande competizione per club al mondo, si prepara a superare per la prima volta nella sua storia i 4 miliardi di euro di ricavi, una cifra decisamente superiore ai 3,2 miliardi – di cui 2,1 miliardi destinati al prize money per le squadre partecipanti – generati dal format precedente. Questo incremento non solo garantirà un futuro prospero al calcio europeo a tutti i livelli, ma arricchirà anche i club, in particolare quelli più competitivi, facilitando la possibilità di raggiungere fatturati vicini a quello monstre di oltre 1 miliardo di euro appena registrato dal Real Madrid.
Secondo un reportage pubblicato dal portale brasiliano Sports Value, i premi elargiti dalla UEFA Champions League rappresentano attualmente circa il 17% dei ricavi operativi dei club partecipanti. Sempre secondo tale studio, i club più grandi, grazie alla loro maggiore influenza nei rispettivi campionati e al significativo impatto globale, dipendono meno dai premi della Champions League, mentre i club più piccoli necessitano maggiormente di queste risorse.
A supporto di quanto riportato, Amir Somoggi, Managing Director di Sports Value e autore del report in esame, ha condiviso un grafico che evidenzia come i ricavi generati dalla Champions rappresentino ben il 38% del fatturato complessivo del Porto e il 32% di quello del Benfica, mentre per il Barcellona si attesta al “solo” 9% e per il Real Madrid al 14% (tra le italiane, i club che maggiormente beneficiano delle entrate provenienti dalla UEFA Champions League sono il Napoli, per cui tali ricavi rappresentano il 29% del fatturato complessivo, e l’Inter, con il 27%, mentre per la Juventus la percentuale è al 13%).
Un altro dato interessante riguarda l’impatto e il conseguente ritorno economico generato dalla competizione sugli sponsor.
La Champions League, con più di 2,7 miliardi di interazioni sui social media e 15,2 miliardi di visualizzazioni video, nella passata stagione – secondo i dati raccolti da KORE – ha generato ritorni sugli investimenti nel Digital Advertising stimati in 400 milioni di euro. Significativo è l’esempio di Heineken: l’azienda olandese produttrice di birra nel 2023, grazie alla “Coppa dalle grandi orecchie”, ha ottenuto 104 milioni di euro in ritorni sui media digitali (l’80% del ritorno complessivo sul capitale investito in partnership commerciali).
In conclusione, pur restando lontanissima dai ricavi della NBA (9,8 miliardi di euro) e della NFL (17 miliardi), la Champions League, che già con la vecchia struttura generava ottimi profitti, con il nuovo format potrà arricchire ulteriormente il football europeo e provare quantomeno ad avvicinarsi al fatturato della NHL (5,8 miliardi di euro nella stagione 2022-23).
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