Beckham, icona del calcio mondiale
David Beckham non è un calciatore, è un business-man prestato al Mondo della pedata. Se non fosse così guadagnerebbe più giocando che lavorando sui set pubblicitari. Invece, primo assoluto tra i suoi colleghi, ha invertito la proporzione dei ricavi personali.
Il contratto che lo lega al Real Madrid gli assicura 7,2 mln di euro di ingaggio annuale. A fronte di questo cachet milionario deve rinunciare, però, al 50% delle entrate legate al marketing. Il club di Florentino Perez ha fatto bene i conti. Per ogni euro incassato dal divino Becks la metà esatta finisce nelle casse societarie. E i primi frutti si sono visti immediatamente. Pochi mesi dopo la firma del contratto il Real Madrid ha chiuso un contratto pluriennale con Asia Sports Development (agenzia di sport-marketing) per promuovere il brand delle Merengues nel Far east. Un affare da 22 mln di euro annui (questo è il minimo garantito assicurato da ASD).
Beckham è il passaporto per entrare nel ricco pianeta asiatico e la sua immagine vale tanto oro quanto pesa. Ecco perchè cinque brand internazionali come Police; Adidas; Pepsi; Vodafone e Gillette, hanno fatto carte false pur di legarsi al volto (e non solo) del giovane centrocampista britannico.
La Gillette, per esempio, l’ha blindato, fino al settembre 2009, con un contratto che lo obbliga a restare rapato a zero fino alla scadenza contrattuale. Shave it like Beckham, recita la pubblicità. Il migliore messaggio mediatico è vedere il campione inglese liscio come una biglia da biliardo. In cambio, per questa piccola sofferenza, riceverà un onorario superiore ai 10 mln di euro su base stagionale. Subito dietro vi sono i contratti con Adidas (oltre 3 mln di euro), Pepsi (2 mln di euro), Police (1 mln di euro) e Vodafone (2 mln di euro). Per non parlare poi delle presenze a gettone in terra asiatica. Nell’ultima tournée estiva, tra Vietnam, Malesia e Thailandia (dove ha coinvolto anche la moglie), ha guadagnato 14 mln di euro in soli 10 giorni. Magie della sua immagine o isteria da sponsorship (per esempio della britannica Bp/Castrol, fortemente interessata a sviluppare business in Asia)? Difficile a dirsi, ma Beckham, a differenza dei mercati internazionali, non conosce crisi. Anzi cresce di valore come il buon vino.
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