Punto e a Capo

“Carraro e l’audizione al Senato in VII commissione”

Le istituzioni parlamentari stanno aumentando il livello di attenzione sul mondo del calcio. Nei giorni scorsi, per esempio, i “senatori” della VII Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato hanno voluto sapere da Franco Carraro lo stato di salute del calcio italiano e lo hanno fatto senza risparmiare “duri attacchi” al presidente della Figc. In particolare, quest’ultimo, ha espresso ai parlamentari la necessità di procedere a sostanziali cambiamenti della Legge 91, che disciplina lo sport tricolore. Il numero uno della Federcalcio ha chiesto di poter controllare e sanzionare le società anche durante il corso della stagione e non solo in prossimità delle iscrizioni ai campionati, cambiando, nel contempo, il quadro del rapporto di lavoro tra squadre e club con il ritorno al “semiprofessionismo”. Ma il quadro presentato da Carraro non ha soddisfatto molti dei componenti della Commissione: ”Siamo di fronte alla fine di ogni credibilità del pallone. Basta andare tra la gente in un bar per rendersi conto che il gusto per il calcio non esiste più: è stato assassinato da questo sistema – ha detto il senatore Guglielmo Castagnetti di Forza Italia – Al primo fischio dell’ arbitro già pensano alle pastette. Quando lei parla (si riferisce a Carraro, nda) di amministrazione corretta, dovrebbe spiegare alla gente perchè ci sono squadre meno protette della Lazio che non hanno santi in paradiso come il Perugia o la Salernitana che rischiano di sparire.” Il senatore Manzione, Margherita, ha parlato di “Anno Zero”: ”la circolare 189/a della Figc configura una specie di anno zero del calcio: può essere. Ricordo solo che il patrimonio più grande dello sport è la sua autonomia, che passa attraverso la correttezza della giustizia sportiva. E’ per questo che la Fiorentina ha ‘saltato’ una categoria? Come è possibile aver accumulato 630 milioni di euro di debiti? Siccome non è nato tutto oggi, vuol dire che i controlli di cui lei parla non hanno funzionato. Anno zero? Può essere, ma quando cambiano le regole devono cambiare anche i governi, deve cambiare tutto…Qui siamo di fronte ad un governo del calcio molto longevo che, all’improvviso, inizia un anno zero…”. Soprattutto le parole di Manzione (Margherita) dovrebbero far riflettere. Una cosa è certa: una somma così ingente di debiti non può crearsi dall’oggi al domani. Chi doveva controllare non l’ha fatto, o almeno non con le opportune misure. Ed oggi, come spesso succede in Italia, si chiude il recinto dopo aver fatto fuggire i buoi.

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Marcel Vulpis

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