Punto e a Capo

Stadi: presenze in calo. Colpa della Tv?

Parlano tutti di Tv, di diritti tv, ma in pochi fanno cenni “critici” ad un elemento invece fondamentale: il calo degli spettatori negli stadi italiani. Rispetto allo scorso anno, il campionato 2005/06 di Serie A, ha avuto un calo di spettatori, nel girone di andata, di oltre 562 mila unità, quasi 3 mila tifosi in meno a partita, con una media di 21.892 spettatori a partita, contro i 37 mila spettatori medi della Bundesliga (Germania), i 34 mila dell’Inghilterra ed i 28 mila della Spagna.
E’ colpa delle Tv? No. O almeno non solo. Le tv compensano gli stadi, ovviamente, ma solo perché le strutture dove si chiede ai tifosi di assistere alle partite sono assolutamente fatiscenti ed i prezzi d’ingresso assolutamente alti e spropositati rispetto alla qualità del “servizio” che si riceve nell’impianto, senza parlare poi dei problemi di sicurezza per gli spettatori, sia dentro che fuori gli stadi.
La colpa del crollo delle presenze, non è imputabile al cambiamento di abitudini dei tifosi italiani. I tifosi sono stati costretti a cambiare abitudini e a rinunciare agli stadi.
Impianti vecchi almeno di 15 anni, e che in 15 anni non sono mai stati ristrutturati, perché di proprietà dei Comuni, che non hanno neanche i soldi per tappare le buche nelle strade, figuriamoci se possono prevedere cambiamenti strutturali in impianti obsoleti o costruiti male già dai tempi di Italia ’90.
Unica possibilità per riportare i tifosi negli stadi, non è “l’eliminazione” della Tv, ma la restituzione della dignità agli spettatori, che devono ritrovare il piacere di assistere ad una partita dagli spalti, grazie a nuove strutture che ospitino al loro interno qualche comodità in più, e non solo i freddi seggiolini cui siamo abituati oggi, magari pagando un biglietto un po’ meno caro.

Parlano tutti di Tv, di diritti tv, ma in pochi fanno cenni “critici” ad un elemento invece fondamentale: il calo degli spettatori negli stadi italiani. Rispetto allo scorso anno, il campionato 2005/06 di Serie A, ha avuto un calo di spettatori, nel girone di andata, di oltre 562 mila unità, quasi 3 mila tifosi in meno a partita, con una media di 21.892 spettatori a partita, contro i 37 mila spettatori medi della Bundesliga (Germania), i 34 mila dell’Inghilterra ed i 28 mila della Spagna.
E’ colpa delle Tv? No. O almeno non solo. Le tv compensano gli stadi, ovviamente, ma solo perché le strutture dove si chiede ai tifosi di assistere alle partite sono assolutamente fatiscenti ed i prezzi d’ingresso assolutamente alti e spropositati rispetto alla qualità del “servizio” che si riceve nell’impianto, senza parlare poi dei problemi di sicurezza per gli spettatori, sia dentro che fuori gli stadi.
La colpa del crollo delle presenze, non è imputabile al cambiamento di abitudini dei tifosi italiani. I tifosi sono stati costretti a cambiare abitudini e a rinunciare agli stadi.

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Marcel Vulpis

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